venerdì 1 marzo 2013

Un amico bavarese: "Benedetto XVI, un credente senza limiti né condizioni"


Un amico bavarese: "Benedetto XVI, un credente senza limiti né condizioni"

Mi ha sempre colpito la sua fede, limpida come quella di un bambino nonostante la sua intelligenza teologica. Mons. Thomas Frauenlob, officiale della Congregazione per l’Educazione Cattolica, è un amico bavarese di Benedetto XVI di vecchia data. Al microfono di Fabio Colagrande, parla dei tratti della personalità del Papa e dell'eredità spirituale che lascia alla Chiesa: 

R. – Sicuramente, si deve constatare una vera semplicità e umiltà del comportamento e delle pretese. Il ritmo fra lavoro, tempo libero, anche per la vita comunitaria, una passeggiata e la preghiera mi hanno fatto grande impressione. La sua fede è la fede di un vero credente, dovrei dire addirittura di un uomo che crede come un bambino, nel senso positivo della parola. Questa combinazione della fede, molto semplice e profonda, e la sua intellettualità, filosofica e teologica, si completano. 

D. – Quali parole della sua catechesi, all’ultima udienza generale, l’hanno colpita di più?

R. – La sua fiducia nella guida e protezione del Signore per la sua Chiesa. Siamo come comunità ecclesiale davanti a una sfida enorme, ma abbiamo nello stesso tempo questa sicurezza della presenza del Signore, come gli apostoli nella barca: il Signore è presente anche quando dorme. Un altro aspetto che mi piace molto è che Benedetto XVI continuerà nel suo ministero petrino, lui ha detto per sempre, però ora sarà nascosto. Il suo servizio per la Chiesa consiste nella preghiera per la Chiesa e per tutto il mondo.

D. – Qual è, secondo lei, l’eredità più importante che ha lasciato alla Chiesa cattolica, con il suo magistero, Benedetto XVI?

R. – Ci sono diversi aspetti, ma il suo esempio di un credente senza limiti e condizioni, di una vita umile e sempre orientata a servire gli altri, di un teologo che analizza precisamente la realtà e interpreta i risultati, secondo la prospettiva di Dio. Il suo magistero così profondo, intelligente e luminoso, è un frutto preziosissimo e un’eredità sia per la Chiesa, per il mondo che per ognuno di noi.

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