giovedì 28 marzo 2013

Papa Francesco in carcere dà la carezza di Gesù; ai preti: non chiudetevi (Izzo)

PAPA:  IN CARCERE DA' CAREZZA GESU'; AI PRETI, NON CHIUDETEVI

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 28 mar. 

"Adesso faremo questa cerimonia di lavarci i piedi: e' un segno. E io davvero sono disposto a servire, cosi' dobbiamo fare l'uno all'altro. Penso che questo gesto e' una carezza di Gesu'". Con parole molto semplici, Papa Francesco ha spiegato la sua decisione di celebrare la sua prima "messa in Coena Domini" nella Cappella del carcere di Casal del Marmo, insieme a una cinquantina di ragazzi detenuti.  A dodici di loro, tra i quali alcuni musulmani e due ragazze, il Pontefice ha lavato e baciato i piedi, compiendo, ha commentato il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, "un gesto commovente e impegnativo, un meraviglioso atto di servizio".
Bergoglio ha anche scherzato per far capire il senso della lavanda dei piedi a quei giovani: "non c'e' che dobbiamo lavarci tutti i giorni i piedi l'uno con l'altro. Piuttosto, se alle volte sono arrabbiato con qualcuno debbo dirmi: 'lascia perdere'. E fare invece qualcosa per lui". Nella sua breve omelia, il Pontefice ha spiegato le parole del Vangelo con le quali e' raccontato il gesto della lavanda dei piedi. "Questo - ha detto - e' commovente: Gesu' che lava i piedi. Pietro non capiva, rifiutava, ma Gesu' gli ha spiegato: 'capite quello che ho fatto per voi'. Mi chiamate maestro e Signore, fate bene, io lo sono. Vi ho dato un esempio perche' anche voi facciate cosi'. Pietro - ha sottolineato - non capiva ma Gesu' ha spiegato il suo gesto. Dio ha fatto questo e spiega ai suoi discepoli che devono seguire il suo esempio". "Se io che sono il Signore e il Maestro ho lavato i piedi ai discepoli - ha detto Bergoglio - anche voi dovrete fare altrettanto. E' l'esempio del Signore. Tra noi quello che e' piu' in alto deve essere al servizio degli altri. E questo e' un segno: lavare i piedi significa dire: io sono al tuo servizio. Dobbiamo aiutarci", ha affermato il Pontefice. "Aiutarci l'un l'altro: questo e' cio' che Gesu' ci insegna". "E questo - ha detto testualmente - e' cio' che io faccio. E lo faccio di cuore perche' e' il mio dovere come prete e come vescovo. E' un dovere che mi viene dal cuore. Amo farlo perche' il Signore cosi' mi ha insegnato. Ma anche voi - ha chiesto Papa Francesco rivolto ai ragazzi - aiutateci sempre, e cosi' aiutandoci ci faremo del bene. Ciascuno di noi pensi: sono disposto a servire, sono disposto ad aiutare l'altro? Questo segno e' una carezza di Gesu' che e' venuto proprio per questo, per servire, per aiutarci".
Nella palestra poi Papa Francesco ha voluto ringraziare i ragazzi di Casal del Marmo prima di lasciare il carcere minorile. "Le cose di oggi mi aiuteranno a essere umile servitore, come deve essere un vescovo", ha spiegato rivolto ai giovani. "Quando ho chiesto - ha poi raccontato - dove poteva essere gradita una visita, mi hanno detto a Casal del Marmo e io sono venuto qui. Mi e' venuto dal cuore, le cose del cuore non hanno spiegazione". Il Papa, che era giunto alle 17,30 con un'auto di servizio della Gendarmeria vaticana invece che con la vettura ufficiale Scv 1, ha trovato ad accoglierlo il ministro della Giustizia Paola Severino, che in un breve saluto lo ha ringraziato per aver dato un senso diverso alla parola "custodire" e per l'amore che ha visto nei suoi occhi mentre si accingeva a lavare i piedi ai ragazzi. Lasciando infine il carcere, il Pontefice ha esortato i giovani: "non lasciatevi rubare la speranza, sempre avanti".
"Questo vi chiedo: di essere pastori con 'l'odore delle pecore', pastori in mezzo al proprio gregge, e pescatori di uomini", aveva detto invece questa mattina al clero di Roma nella messa crismale, che in ogni diocesi e' l'incontro liturgico del vescovo con i suoi sacerdoti. "L'unzione - erano state le sue parole - non e' per profumare noi stessi e tanto meno perche' la conserviamo in un'ampolla, perche' l'olio diventerebbe rancido e il cuore amaro". "Il buon sacerdote - per il nuovo Pontefice - si riconosce da come viene unto il suo popolo". Infatti, "quando la nostra gente viene unta con olio di gioia lo si nota: per esempio, quando esce dalla messa con il volto di chi ha ricevuto una buona notizia. La nostra gente gradisce il Vangelo predicato con l'unzione, gradisce quando il Vangelo che predichiamo giunge alla sua vita quotidiana, quando scende come l'olio di Aronne fino ai bordi della realta', quando illumina le situazioni limite, 'le periferie' dove il popolo fedele e' piu' esposto all'invasione di quanti vogliono saccheggiare la sua fede. La gente ci ringrazia perche' sente che abbiamo pregato con le realta' della sua vita di ogni giorno, le sue pene e le sue gioie, le sue angustie e le sue speranze. E quando sente che il profumo dell'Unto, di Cristo, giunge attraverso di noi, e' incoraggiata ad affidarci tutto quello che desidera arrivi al Signore: 'preghi per me, padre, perche' ho questo problema', 'mi benedica', 'preghi per me', sono il segno che l'unzione e' arrivata all'orlo del mantello, perche' viene trasformata in supplica". "Quando siamo in questa relazione con Dio e con il suo Popolo e la grazia passa attraverso di noi, allora - dunque - siamo sacerdoti, mediatori tra Dio e gli uomini". "Cio' che intendo sottolineare - era stata la conclusione del Papa - e' che dobbiamo ravvivare sempre la grazia e intuire in ogni richiesta, a volte inopportuna, a volte puramente materiale o addirittura banale, ma lo e' solo apparentemente, il desiderio della nostra gente di essere unta con l'olio profumato, perche' sa che noi lo abbiamo". 

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10 commenti:

Dante Pastorelli ha detto...

Non entro nel merito della peraltro brevissima omelia, che giustamente parla d'amore e servizio. Ed il servizio del Papa è testimoniare sino alla morte la fedeltà a Cristo ed alla Chiesa che lui ha fondato su Pietro, Chiesa gerarchica con al vertice il Papa che ha un munus che può esercitare al massimo grado - in modo infallibile - da solo o, ove lo ritenga opportuno, insieme al concilio.
Ecco, mi chiedo: qual è il significato del Giovedì Santo? La celebrazione dell'istituzione del Sacerdozio e dell'Eucaristia. Tutti i vescovi del mondo celebrano questo sublime rito attorniati dai loro sacerdoti, come Cristo volle intorno a sé gli Apostoli. Gesù non mandò a chiamare al convito poveri, malati, storpi o carcerati, né in un carcere o in una piazza andò a cercarli quella sera di Grazia in cui anticipò sacramentalmente il Divino Sacrificio: un motivo ci doveva essere e noi ben lo conosciamo.
Con la sua celebrazione nel carcere, con la lavanda dei piedi ai carcerati addirittura di diversa religione e di diverso sesso, il Papa non ha ripetuto quel che ha fatto Cristo, e che Cristo voleva che si ripetesse nei secoli, non ha fatto quel che doveva fare il vescovo di Roma com'egli ama definirsi. D'ogni parte, naturalmente, domani si leverà il plauso scrosciante quanto facile e l'inno al Papa povero per i poveri. A me sembra invece, che Francesco abbia completamente mutato il significato, il valore del rito del Giovedì Santo. L'ha, insomma, snaturato.
"i poveri lio avrete sempre con voi!" disse Cristo in altra circostanza dove pure si parlava di povertà. Tra i carcerati avrebbe potuto andare in altro giorno ed abbracciarli e consolarli tutti. E nessuno avrebbe trovato niente da ridire, ognuno di noi avrebbe condiviso col Papa una manifestazione di grande fratellanza.

Luisa ha detto...

Sottoscrivo ogni parola di Dante Pastorelli.

Padre Lombardi, ieri, non ha solo insistito, con enfasi, sul numero di volte (6) in cui si è inginocchiato(con le due ginocchia) il Vescovo di Roma, ammirato che una persona anziana lo facesse( perchè Papa Benedetto non lo faceva? Transit), ma ha aggiunto tranquillamente che è la prima volta nella storia che un Papa associa delle donne alla cerimonia della lavanda dei piedi...anche se molti preti lo fanno già..., che ci siano stati musulmani invece è un dettaglio che sembra trascurabile e insignificante e sul quale si sorvola.


Sempre nella stessa conferenza Lombardi ha detto che : "Quello compiuto dal Papa è stato un atto di servizio commovente, certamente il piu' forte di questa intensa giornata"
Ah sì? La commozione alla guida della Chiesa?
Che con quella Messa la Chiesa celebri l`istituzione del Sacerdozio e dell'Eucaristia è un altro dettaglio insignificante?
Non è quello, non dovrebbe essere quello il momento più alto, più forte e più importante del Giovedì Santo?

A quante "prime volte nella storia" dovremo assistere con questo Papa che non vuol chiamarsi Papa?

Anonimo ha detto...

Questo Papa è un attore, un grande attore dobbiamo riconoscerlo. e quello che mette in piedi è una "sacra rappresentazione". Perchè il messaggio cristiano passi egli sta recitando una "parte" quella del cristiano umile, al servizio degli altri, povero fra i poveri ecc.
il rischio è che la gente appluda l'attore e si dimentichi di tutto il resto, compresa la dottrina che ci sta dietro. cristo ormai è in secondo piano, non perliamo dei sacramenti: in primo piano c'è lui, il sedicente Vescovo di Roma. Gi applausi sono per lui. Io credo che bergoglio faccia questo in buona fede e per riportare la gente alla Chiesa, ma il rischio di avere il contrario è molto forte.
Cristina

Dante Pastorelli ha detto...

Naturalmente concordo con Luisa. E non lo dico per "parere di scambio".
Se Gesù avesse voluto nell'Ultima Cena le donne, per prima sarebbe stata presente Sua Madre. Ma volle solo maschi, perché ognuno d'essi avrebbe dovuto esser l'alter Christus. Il sesso è essenziale all'esser sacerdote di Cristo.
I musulmani, giovani o vecchi, e addirittura femmine, non possono rappresentar gli Apostoli o comunque esser "figura" di vescovi e sacerdoti.
Mi fa piacere che il Papa si sia genuflesso perché ciò significa che non ha problemi di articolazione... e quindi potrà genuflettersi durante la S.Messa.
Ripeto: il Papa ha compiuto un gesto di fratellanza privo del vero valore della lavanda dei piedi. Poteva lavar non solo i piedi ma anche le gambe, le braccia, il torso e la testa ai carcerati, che in parte posson anch'esser innocenti, ricordiamolo a chi ne parla con disprezzo, al riparo, come al solito, dell'anonimato.
Non condivido, invece, il giudizio di Cristina. No, il Papa non è un attore. Più teatrante era G.Paolo II. Francesco è così e non può non esserlo, provenendo dall'esperienza delle favelas, dove una parola, un sorriso, un bacio, un abbraccio son motivo di vita. E' sbagliato il momento in cui a volte manifesta la sua attitudine paterna e fraterna. E sarà così sino a che non saprà discernere la funzione del Papa Vicario di Cristo e Maestro universale, dalla sua persona che emana un fascino indiscutibile.
E questo avverrà quando ascolterà con maggior attenzione la voce dello Spirito Santo.

Anonimo ha detto...

Dante Pastorelli, felice di rileggerti!
Sottoscrivo ogni parola dei tuoi due interventi. Quindi non mi ripeto: le tue perplessità sono anche le mie.
Aspettiamo, preghiamo, speriamo!

Ester. (oggi molto stringata perché il Venerdì Santo è ricco di cose da fare!)

un passante ha detto...

Stamattina leggevo su un quotidiano nazionale un commentatore che si chiedeva se dopo aver eseguito la lavanda ai piedi alle donne il Papa cambierà idea sul sacerdozio alle donne. Dai discorsi che sento in giro, alcuni quasi ci credono a questa eventualità dopo questo gesto compiuto da un Papa

Dante Pastorelli ha detto...

Speranza inutile quella di chi s'aspetta il sacerdozio femminile da parte del nuovo Papa.

Ciao ESTER. A te ed ai vecchi amici tutti gli auguri di una Pasqua serena e ricca di frutti spirituali.
Ormai, salvo qualche intervento qui, ed assai discontinuamente, i blogs m'hanno disgustato, per la violenza e la stupidità di cui sono infarciti specie nei commenti, e per l'atteggiamento lassista dei responsabili.
E' un momento in cui preferisco servire la Chiesa "facendo" qualcosa di utile. Manovalanza da sacrestano, tanto per capirci, sempre più impegnativa.

Eugenia ha detto...

Sono concorde con te Cristina. E' il mio stesso timore

Anonimo ha detto...

Ciao Dante, mi ricordo i tuoi interventi su altri blog, dove non sono mai intervenuta proprio per i motivi che hai elencato. Ci sono forum molto conosciuti dove, però, il dialogo è impossibile perché, al contrario, "tutto va bene, Madama la Marchesa!". E quindi se tutto è a posto, non c'è motivo per discutere.

Tornando a noi, c'è da dire che il momento della Lavanda dei piedi (per la quale io amerei particolarmente una celebrazione "ambrosiana") è visto come un momento di coreografia, dove poter inventarsi qualcosa di nuovo e quindi sperimentare nuove soluzioni (tipo: lavare i piedi a bambini pre-Comunione o ragazzi pre-Cresima, confondendo i loro percorsi, oppure facendo un lavaggio a sorpresa tra la gente in assemblea - e capisci bene che ci si distrae molto di più). Finché accade nelle nostre Parrocchie, tiremm innanz, ma adesso si sentiranno tutti legittimati a fare quello che vogliono perché "il Papa ha lavato i piedi a minori, ragazze, non Cristiani". Ecco, il guaio è come passa il messaggio!

Io ho un'ipotesi: fermo restando che a Casal di Marmo si poteva andare sempre (i poveri li avremo sempre, Gesù ci viene tolto), secondo me tanti dettagli non dovevano essere divulgati, rimanendo all'interno di una celebrazione peculiare e particolare di per sé. Ora, invece, che tutti sanno tutto, non passa il messaggio di: "è stato necessario fare così perché ci sono determinate situazioni descritte dal Cappellano del Carcere", ma passa il: "il Papa ha lavato i piedi a ragazzi, ragazze e non Cristiani, quindi che fa se io faccio lo stesso o m'invento altre soluzioni?".

Legittimando la liturgia (volutamente in minuscolo) fai da te! :-(

Ester.

Dante Pastorelli ha detto...

Conidivido il tuo timore, cara Ester.
L'inopportunità e la pericolosità di questa celebrazione pontificia l'ho sottolineata anch'io. Siamo su di una china che niente di buono promette. Ma non bisogna lasciarsi scoraggiare.