mercoledì 6 marzo 2013

Otto anni di udienze generali con Benedetto XVI: Cristo al centro della nostra vita


Otto anni di udienze generali con Benedetto XVI: Cristo al centro della nostra vita

Oggi è il primo mercoledì senza udienza generale di Benedetto XVI dalla fine del suo pontificato: un appuntamento dedicato principalmente alla catechesi. Diversi gli argomenti trattati nei suoi 348 incontri del mercoledì con i fedeli, oltre 5 milioni, in quasi 8 anni di ministero petrino: dal ciclo degli apostoli e dei testimoni della fede all’Anno Paolino per arrivare alla catechesi sulla preghiera e infine all’Anno della fede. Ripercorriamo, in questa sintesi curata da Sergio Centofanti, i momenti principali di questi appuntamenti:

Nella sua prima udienza generale del 27 aprile 2005, Benedetto XVI spiega il perché del suo nome: un richiamo a Benedetto XV, Papa della riconciliazione, prima e durante la prima guerra mondiale, ma soprattutto a San Benedetto da Norcia, patrono del suo pontificato, “fondamentale punto di riferimento per l’unità dell’Europa” che ai suoi monaci raccomandava di non anteporre nulla a Cristo:

“All’inizio del mio servizio come Successore di Pietro chiedo a San Benedetto di aiutarci a tenere ferma la centralità di Cristo nella nostra esistenza. Egli sia sempre al primo posto nei nostri pensieri e in ogni nostra attività!”. (27 aprile 2005)

Nelle udienze successive completa le catechesi sui Salmi iniziate da Giovanni Paolo II, per poi iniziare nel 2006 un nuovo ciclo sul rapporto tra Cristo e la Chiesa che continua a riflettere la luce del suo Signore nonostante i limiti e i peccati degli uomini: 

“E’ pertanto del tutto inconciliabile con l’intenzione di Cristo uno slogan di moda alcuni anni fa: Gesù sì, Chiesa no! (applausi) Questo Gesù scelto in modo individualistico è un Gesù di fantasia. Non possiamo avere Gesù senza la realtà che ha creato e nella quale si comunica. E questa sua presenza nella comunità nella quale Egli stesso si dà sempre a noi, è motivo della nostra gioia. Sì, Cristo è con noi. Il Regno di Dio viene”. (15 marzo 2006)

Nel 2007, dopo aver parlato degli apostoli e dei primi testimoni della fede, inizia un ciclo di catechesi sui Padri dei primi secoli cristiani di Occidente e Oriente. Con San Clemente Romano, Papa, mostra come già nei primi secoli i cristiani chiariscano il rapporto tra Stato e Chiesa, tra Cesare e Dio. Occorre rispettare le legittime autorità ma …

“Cesare non è tutto. Emerge un’altra sovranità, la cui origine ed essenza non sono di questo mondo, ma «di lassù»: è quella della Verità, che vanta anche nei confronti dello Stato il diritto di essere ascoltata”. (7 marzo 2007)

Parlando di Sant’Agostino, uno dei Padri della Chiesa da lui più amati, ricorda che fede e ragione vanno insieme:

“Credi per comprendere: il credere apre la strada per entrare nelle porte della verità (…) ma anche, inseparabilmente, comprendi, vedi la verità per poter trovare Dio e credere”. (30 gennaio 2008)

Nel 2008 inizia le sue 20 intense catechesi su San Paolo, in occasione dell’Anno Paolino. Densa in particolare quella che richiama il Concilio di Gerusalemme e il confronto tra Pietro e Paolo ad Antiochia sulla fine dell’obbligo della circoncisione per i credenti. Un confronto dai toni forti, ma guidato sempre dallo Spirito di libertà e carità. “Una lezione – afferma Benedetto XVI - che dobbiamo imparare anche noi”:

“Con i carismi diversi affidati a Pietro e a Paolo, lasciamoci tutti guidare dallo Spirito, cercando di vivere nella libertà che trova il suo orientamento nella fede in Cristo e si concretizza nel servizio ai fratelli. Essenziale è essere sempre più conformi a Cristo. E’ così che si diventa realmente liberi, così si esprime in noi il nucleo più profondo della Legge: l’amore per Dio e per il prossimo”. (1 ottobre 2008)

Nel 2009, dopo alcuni interventi sull’Anno sacerdotale, c’è la stupenda catechesi sulle grandi cattedrali romaniche e gotiche del Medioevo. L’arte, la via della bellezza, ci porta al Mistero di Dio: 

“Cari fratelli e sorelle, ci aiuti il Signore a riscoprire la via della bellezza come uno degli itinerari, forse il più attraente ed affascinante, per giungere ad incontrare ed amare Dio”. (18 novembre 2009)

Nel 2010, svolge una bellissima catechesi su San Francesco che rinnova la Chiesa non “contro il Papa” ma insieme a lui:

“Il Poverello di Assisi aveva compreso che ogni carisma donato dallo Spirito Santo va posto a servizio del Corpo Mistico, che è la Chiesa; pertanto agì sempre in piena comunione con l’autorità ecclesiastica. Nella vita dei Santi non c’è contrasto tra carisma profetico e carisma di governo e, se qualche tensione viene a crearsi, essi sanno attendere con pazienza i tempi dello Spirito Santo”. (27 gennaio 2010)

Sempre nel 2010 inizia un ciclo di catechesi sulle donne cristiane, sottolineando il contributo fondamentale del genio femminile alla storia della Chiesa. Nel 2011 parla della preghiera che ci richiama al primato di Dio. Pregare – afferma – non è un optional, è essenziale per vivere. Ma è Dio stesso che misteriosamente ci attrae:

“L’uomo porta in sé una sete di infinito, una nostalgia di eternità, una ricerca di bellezza, un desiderio di amore, un bisogno di luce e di verità, che lo spingono verso l’Assoluto; l’uomo porta in sé il desiderio di Dio. E l’uomo sa, in qualche modo, di potersi rivolgere a Dio, sa di poterlo pregare”. (11 maggio 2011)

Nel 2012 inizia l’ultimo ciclo delle sue catechesi, dedicato all’Anno della fede, auspicando che aiuti a rinnovare l’entusiasmo di credere in Gesù:

“Si tratta dell’incontro non con un’idea o con un progetto di vita, ma con una Persona viva che trasforma in profondità noi stessi, rivelandoci la nostra vera identità di figli di Dio. L’incontro con Cristo rinnova i nostri rapporti umani, orientandoli, di giorno in giorno, a maggiore solidarietà e fraternità, nella logica dell’amore (...) è un cambiamento che coinvolge la vita, tutto noi stessi: sentimento, cuore, intelligenza, volontà, corporeità, emozioni, relazioni umane”. (17 ottobre 2012)

Il 27 febbraio scorso, l’ultima udienza generale del pontificato. Queste le sue ultime parole:

“Cari amici! Dio guida la sua Chiesa, la sorregge sempre anche e soprattutto nei momenti difficili. Non perdiamo mai questa visione di fede, che è l’unica vera visione del cammino della Chiesa e del mondo. Nel nostro cuore, nel cuore di ciascuno di voi, ci sia sempre la gioiosa certezza che il Signore ci è accanto, non ci abbandona, ci è vicino e ci avvolge con il suo amore. Grazie!” (27 febbraio 2013

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1 commento:

Anonimo ha detto...

Sarebbe bello se venissero pubblicate in un unico volume tutte le catechesi del mercoledì di Bendetto XVI