martedì 12 marzo 2013

Oggi non sarà facile per nessuno caricarsi della eredità sconfinata di Benedetto XVI, compreso il gesto della rinuncia (Biraghi)


Il Conclave che ha già fatto Storia 

di Sarina Biraghi 

Testimoni di un Conclave «più» storico che mai, se così si può dire, dopo l’eccezionale rinuncia di Benedetto XVI. Sarà soltanto lo Spirito Santo a guidare la mano dei cardinali...

Testimoni di un Conclave «più» storico che mai, se così si può dire, dopo l’eccezionale rinuncia di Benedetto XVI. Sarà soltanto lo Spirito Santo a guidare la mano dei cardinali elettori mentre scriveranno il nome su quel foglietto che sarà poi bruciato per provocare l’attesa fumata? Rispetto al 2005, quando fu eletto il Papa tedesco, il Conclave che si apre oggi è molto più incerto proprio perché non c’è tra i 115 cardinali una figura di spessore, «molto superiore di tre o quattro volte al resto dei cardinali. Un teologo unico come Joseph Ratzinger» che uscì al secondo giorno di scrutini, dopo sole 4 votazioni.
E se allora sembrava impossibile «reggere» il confronto con Giovanni Paolo II che gridava di «spalancare le porte a Dio» per quel papa Benedetto dal sorriso timido che sembrava carezzare lievemente i fedeli, oggi non sarà facile per nessuno caricarsi della sua eredità sconfinata, compreso il gesto della rinuncia.
Che persona serve oggi alla Chiesa e al suo popolo: un uomo o un teologo? Un Papa che pensi al rinnovamento della Curia, agli equilibri all’interno del sistema-Chiesa o che ridia speranza al mondo? Certo l’obiettivo del successore di Pietro è l’evangelizzazione dell’umanità ma l’agenda su cui dovrà impegnarsi è ampia e molto articolata. Che cosa si aspettano i fedeli, un Papa con il carisma e l’energia di Woityla come l’arcivescovo di New York Timothy Dolan, «conservatore creativo»? O un grande comunicatore, capace di essere vicino a Dio e agli uomini, come il brasiliano di origine tedesca Odilo Pedro Scherer, sostenuto dal cosiddetto partito romano guidato da Sodano (decano del collegio cardinalizio) e Bertone (camerlengo)? O un italiano come l’arcivescovo di Milano Angelo Scola, che gode del favore di diversi cardinali europei, tra cui l’arcivescovo di Vienna Christoph Schönborn? O il canadese Marc Ouellet, il prefetto della Congregazione dei Vescovi? Oppure un papa con la barba come il cappuccino Sean O’Malley che in onore del suo padre fondatore potrebbe chiamarsi Francesco?
Una cosa è certa, nessuno dei fedeli resterà deluso perché quei 115 cardinali «uomini» con le loro preghiere allo Spirito Santo sceglieranno quello giusto. E sarà per tutti Sua Santità.

© Copyright Il Tempo, 12 marzo 2013

E' effettivamente impossibile caricarsi sulle spalle la grandiosa eredita' di Papa Benedetto. Nessuno di noi pretende un secondo Ratzinger perche', semplicemente, non esiste. Preghiamo affinche' il successore continui la sua opera.
R.

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