giovedì 7 marzo 2013

Dossier su Benedetto XVI di «Our Sunday Visitor»

Dossier su Benedetto XVI di «Our Sunday Visitor»

Cinque penne cattoliche a confronto

Catholic writers reflect on Pope Emeritus Benedict XVI: a cinque voci -- quattro donne e un uomo -- l'«Our Sunday Visitor» sul suo sito internet ha affidato il compito di riflettere sull'eredità lasciata dal pontificato di Papa Ratzinger.
Apre Hallie Lord (Loving companionship of a spiritual father), saggista convertitasi al cattolicesimo da poco più di un decennio, che si riferisce a Benedetto XVI come una sorta di nocchiere spirituale: «La cosa più importante che il Papa mi ha dato -- scrive Lord -- è stata, semplicemente, la sua vicinanza piena d'amore mentre navigavo nel mondo per me nuovo del cattolicesimo».
Parte dal dato autobiografico anche Mary DeTurris Poust (Powerful lesson in humility), autrice di sei libri sulla spiritualità cattolica. Scoppiata in lacrime alla notizia delle dimissioni, nel rispondere al figlio adolescente su cosa la sconvolga tanto, DeTurris Poust realizza quanto Ratzinger abbia segnato il suo cammino. «Se Giovanni Paolo II aveva catturato il mio entusiasmo giovanile, Benedetto XVI ha invece puntellato la mia fede adulta». L'eredità più forte che ci lascia, conclude, «è il modo in cui ha vissuto le parole di san Paolo: “Quando sono debole, è allora che sono forte”».
Soldiering on in truth è quindi il titolo del contributo di Elizabeth Scalia, che punta il dito contro la stampa e molti cattolici americani che hanno giudicato Beendetto XVI, il suo pontificato e le sue dimissioni senza averlo davvero letto, conosciuto e capito. «I cattolici americani -- scrive la notissima blogger -- hanno l'abitudine di conoscere la Chiesa solo attraverso quello che la stampa scrive di lei». Ignorando così che Ratzinger «è stato un servo fedele di Gesù», «un soldato nella verità di Cristo, anche quando veniva odiato e frainteso».
Gli ultimi due contributi si soffermano invece su aspetti precipui del pontificato di Benedetto XVI. Il primo, di Hosffman Ospino (A theologian at service to the Church), riflette sul Papa teologo capace di approfondire le radici della Chiesa in tutte le ramificazioni e manifestazioni onde restituirle ai credenti di oggi, facendole davvero fruttificare.
María de Lourdes Ruiz Scaperlanda, infine, saluta «il Papa che ha twittato». Che un Pontefice ottantacinquenne, nato nell'anno in cui fu fatta la prima telefonata transalantica via radio da New York a Londra, abbia aggiunto ai suoi tanti titoli anche “@pontifex”, è un'apertura a cui dobbiamo dire profondamente «grazie».

(©L'Osservatore Romano 4-5 marzo 2013)

2 commenti:

sonny ha detto...

Ciao carissima. Proprio da pochi minuti Brunelli ha citato il tuo blog al TG2!!

Anonimo ha detto...

OT ma meritovele di considerazione :-)

http://vaticaninsider.lastampa.it/news/dettaglio-articolo/articolo/conclave-22968/

JP