lunedì 4 marzo 2013

Domenica senza Angelus. Preghiere e rosari per Benedetto XVI (Galeazzi)


Domenica senza Angelus In gita a Castel Gandolfo

In piazza San Pietro un gruppo di giovani recita il rosario

GIACOMO GALEAZZI

CITTÀ DEL VATICANO

«Per noi il Papa resterà sempre lui». A piazza San Pietro, Rino e Carla Capodieci sono arrivati da Fabriano con la figlia Gloria e il genero Lorenzo. Hanno in mano la foto scattata con Benedetto XVI durante il viaggio a Loreto e un cartellone: «In conclave, votate Ratzinger». Prima però di approdare alla basilica vaticana hanno voluto far tappa a Castel Gandolfo. «Lui è venuto da noi e adesso abbiamo ricambiato la sua visita». Vuoto, silenzio e attesa sono i sentimenti prevalenti nella prima domenica di sede vacante. Il parroco romano don Franco Cutrone non ha dubbi: «Il cuore della gente batte per Benedetto XVI». Interviene Gianni Borrelli, avvocato 70enne. «Dovevamo capire le sue intenzioni quando depose il proprio pallio sull’urna di Celestino V: al potere ha anteposto la fede perché non si era mai arreso alla logica mondana».Tutto intorno è un interminabile rito a cielo aperto. Recita «no stop» del rosario e Papa-boys in divisa da scout per esprimere fedeltà a Joseph Ratzinger e pregare sotto la finestra chiusa dell’appartamento papale. Dopo la rinuncia al ministero petrino, è stata la prima domenica senza la recita dell’Angelus da parte del Pontefice. In otto anni, per 455 volte, quel momento è stata l’occasione privilegiata per il Papa di accostarsi ai fedeli come maestro di fede solido e comprensibile. Don Giuseppe Blanda, sacerdote siciliano 75enne, definisce «ingiusto contrapporre la rinuncia di Benedetto XVI alla decisione di restare fino alla fine di Giovanni Paolo II». In quanto «Joseph Ratzinger non è sceso dalla croce, ha affidato la Chiesa a Cristo». Finestra chiusa alla Terza Loggia del Palazzo Apostolico. I fedeli in piazza San Pietro non possono fare a meno di alzare lo sguardo verso quelle persiane bianche. E alla messa, nelle chiese di Roma, non hanno pregato per il Papa che è anche il vescovo dell’Urbe e così l’assenza si è avvertita ancora più forte. Un curiale, che da un balcone contempla il via vai lungo via della Conciliazione, esprime a bassa voce una speranza: «Potesse esserci il nuovo Papa già domenica prossima». Intanto anche a Castel Gandolfo dominano preghiera e affetto. Tanti fedeli si sono radunati davanti alla residenza dove il Pontefice emerito si è trasferito temporaneamente prima di ritirarsi nel Monastero «Mater Ecclesiae» in Vaticano, una volta restaurato. Spiega don Pietro Diletti, parroco di Castel Gandolfo: «Purtroppo nelle messe non recitiamo più la formula “per il nostro Papa”, però tutti noi abbiamo preghiamo per Benedetto XVI». Il Conclave è dietro l’angolo ma l’umore più diffuso tra gli «irriducibili» di Ratzinger è che i cardinali abbiano fretta di chiudere, sia per non dare l’idea di una Chiesa divisa, sia perché ognuno deve tornare nelle rispettive diocesi per i riti di Pasqua. Il Vangelo della domenica ammonisce: «Se l’albero di fichi non darà frutti, verrà tagliato». La «purificazione» non finirà con la fumata bianca.

© Copyright La Stampa, 4 marzo 2013

Nessun commento: