venerdì 8 marzo 2013

Caso Maciel, grido di allarme nell'ultima dichiarazione del cardinale statunitense George (Izzo)


CONCLAVE: GRIDO D'ALLARME IN ULTIMA DICHIARAZIONE STATUNITENSI

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 8 mar.

"Tutti sanno del terribile caso di padre Maciel. Dobbiamo certamente considerare chi e' stato coinvolto. Anche se in buona fede erano convinti che Maciel fosse un uomo di Dio: questo fatto ora e' di pubblico dominio. La gente sa chi e' stato associato a lui. E questo potrebbe condurre alla sensazione che non e' la direzione da prendere". 
Sono le ultime parole di un cardinale statunitense, Francis George di Chicago, prima che anche il "gruppo degli americani" accettasse, per evitare ulteriori tensioni, il "black-out" informativo imposto dal decano del Collegio Cardinalizio, Angelo Sodano.
Lo stesso Sodano era il segretario di Stato quando Marcial Maciel veniva festeggiato in Vaticano per i 60 anni di sacerdozio. E da quella festa si era dissociato il solo cardinale Joseph Ratzinger, allora prefetto della Congregazione della Dottrina della Fede, un uomo mite ma determinato, che cercava da tempo di processare il fondatore dei Legionari di Cristo, e che una volta eletto Papa tra i suoi primi atti impose al prete messicano - stupratore di seminaristi e dei suoi stessi figli naturali - di ritirarsi e ordino' una "Visita Apostolica" le cui conclusioni furono che "i gravissimi e obiettivamente immorali comportamenti di padre Maciel, confermati da testimonianze incontrovertibili, si configurano, talora, in veri delitti e manifestano una vita priva di scrupoli e di autentico sentimento religioso". 
Mentre "non di rado - affermava la nota vaticana del primo maggio 2010 - un lamentevole discredito e allontanamento di quanti dubitavano del suo retto comportamento, nonche' l'errata convinzione di non voler nuocere al bene che la Legione stava compiendo, avevano creato attorno a lui un meccanismo di difesa che lo ha reso per molto tempo inattaccabile, rendendo di conseguenza assai difficile la conoscenza della sua vera vita". Tutto questo pesa ora come un macigno sul Conclave.
A rafforzare una sostanziale e costante sottovalutazione del problema degli abusi era stato anche la provenienza di Papa Wojtyla, arrivato da una realta' dove la Chiesa era stata osteggiata dal regime comunista con ogni mezzo, comprese accuse calunniose di pedofilia. Tanto che dalla Santa Sede pote' partire una lettera del cardinale Dario Castrillon Hoyos, allora prefetto per il clero, indirizzata a un vescovo francese, per congratularsi con lui della mancata segnalazione di un prete pedofilo alla polizia. 
E non meraviglia dunque che il vescovo emerito di Ivrea, monsignor Luigi Bettazzi, ancora oggi si appiattisca sulle dichiarazioni di Sodano del 2010, che bollarono come "chiacchiericcio" le proteste delle vittime, difese invece con forza dal Papa oggi Emerito (e in quei giorni anche dai cardinali Schoenborn di Vienna e O'Malley di Boston). 
"Prima di denunciare - ha detto Bettazzi esprimendo una posizione diffusa nel post-concilio e fortemente avversata da Ratzinger - bisogna essere molto sicuri, vedere se la persona puo' recuperare. E chiarire con l'interessato. Anche se nel passato siamo stati poco attenti alle vittime. Le cose vanno valutate bene, magari ci sono inesattezze". Una linea soft contro la quale Joseph Ratzinger, da cardinale e da Papa, si e' battuto strenuamente fino a completare un quadro normativo d'avanguardia, avviato con Giovanni Paolo II, e che propone davvero un salto di qualita' nella lotta alla pedofilia, del quale peraltro si vedono gia' i primi frutti, come tutti i dati recenti riconoscono. 
Nessuna legge statale persegue i rapporti sessuali con i minorenni - anche maggiori di 16 anni - con la stessa severita', nessuna fa decorrere i termini di prescrizione - 10 anni, cioe' il doppio che in Italia - al raggiungimento del 18esimo anno della vittima. 
Non solo: a seguito della "Visita Apostolica in alcune diocesi dell'Irlanda, come pure in seminari e congregazioni religiose" e delle inchieste del promotore di giustizia Charlese Scicluna, il Pontefice ha poi sostituito una decina di presuli irlandesi (sono 80 quelli rimossi in 8 anni di Pontificato in tutto il mondo) e estromesso dalla gestione pastorale ed amministrativa il primate, cardinale Sean Brady, mandando un coadiutore con pieni poteri ad affiancarlo.
Ci sono molte zone d'ombra nella gestione dei casi prima del Pontificato Ratzingeriano e delle 600 denunce all'anno che ancora arrivano, se la maggior parte risalgono a prima del 2000 va rilevato altresi' che esse riguardano la responsabilita' dei vescovi locali che rifiutavano il ruolo di guide e cercavano di non istruire i processi magari convincendo i sacerdoti pedofili a chiedere la riduzione allo stato laicale per potersi sposare, come accaduto nel caso Kiesle. O coprivano i pedofili perche' rei anch'essi degli stessi crimini, come l'ex arcivescovo benedettino Weakland. 
Quanto ai due casi nei quali Ratzinger fu fermato dal Papa polacco, Maciel e Groer, il Pontefice ora dimissionario ebbe maggiore percezione delle tremende e impensabili realta' che riguardavano il fondatore di un importante ordine religioso e il cardinale di Vienna rispetto al predecessore. Su Groer, tra l'altro, alla fine Wojtyla si convinse, tanto che prima gli affianco' Schoenborn e poi lo confino' in un monastero in Germania. 
Analogo trattamento Ratzinger intendeva riservare al cardinale di Los Angeles, Roger Mahoney (accusato di aver coperto 129 casi), che ha prima affiancato e poi sostituito arrivando infine ad autorizzare il successore, monsignor Jose' Gomez a sollevarlo da tutti gli incarichi e dalle celebrazioni pubbliche. Ma ora i cardinali insabbiatori parteciperanno al Conclave e Joseph Ratzinger se ne stara', come ha promesso, "nascosto dal mondo, in preghiera". 
"Possano la nostra tristezza e le nostre lacrime, il nostro sforzo sincero di raddrizzare gli errori del passato, e il nostro fermo proposito di correzione, portare abbondanti frutti di grazia", aveva scritto Benedetto XVI nella Lettera sugli abusi sessuali in Irlanda, pubblicata il 20 marzo 2010, unendo il suo dolore sincero a quello delle vittime di tanto scempio, dopo essersi "soffermato con loro, ascoltato le loro vicende, preso atto della loro sofferenza, pregato con e per loro". 
"Tutti noi stiamo soffrendo come conseguenza dei peccati di nostri confratelli che hanno tradito una consegna sacra o non hanno affrontato in modo giusto e responsabile le accuse di abuso", spiegava il Papa oggi dimissionario, qualificando nello stesso modo - ed e' uno dei grandi elementi di novita' di questo straordinario documento - i crimini dei preti pedofili e la colpevole passivita' dei vescovi. "Seri errori furono commessi nel trattare le accuse", ammetteva dunque il Pontefice tedesco, che confessava di aver provato in prima persona anch'egli "lo sgomento e il senso di tradimento che molti hanno sperimentato al venire a conoscenza di questi atti peccaminosi e criminali e del modo in cui le autorita' della Chiesa in Irlanda li hanno affrontati". 

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9 commenti:

Anonimo ha detto...

Ho come il sentore che si sta cominciando a rendere giustizia a Papa Benedetto ... peccato per noi che sia tardi, ma certo non è tardi perchè la Chiesa segua la rotta tracciata dal Papa emerito. Maria Pia

Anonimo ha detto...

Grido d'allarme? Tale sarebbe stato se questo grido si fosse levato qualche anno fa a supporto del card. Ratzinger che, in solitudine e circondato da mille ostilità, combatteva per processare Maciel. Oggi questo "grido d'allarme" appare fuori tempo, e, se mi è concesso, meno credibile, forse dettato da comprensibile timore, al punto che pochi in curia e negli episcopati possono chiamarsene fuori.
Per concludere: le prime voci su Maciel datano fine anni '40 e si è addirittura parlato di non meglio identificati "problemi" negli anni di seminario. Tutto accuratamente tacitato! Da allora quanti pontificati e curie si sono succeduti prima che Ratzinger riuscisse a provvedere?
Alessia

Luisa ha detto...

"Quanto ai due casi nei quali Ratzinger fu fermato dal Papa polacco"

Anche questa frase pesa come un macigno.

Eugenia ha detto...

Condivido i vostri post Alessia e Luisa!

Anonimo ha detto...

Meglio tardi che mai.

gianni

alberto ha detto...

senza infierire troppo sui legionari di cui ho conosciuto due persone a padova: un giovane sacerdote pieno di zelo e un altro superbissimo...di maciel si sapeva da lungo corso, quando l'ancora non cardinale balestrero, allora generale dei carmelitani scalzi aveva fatto una visita e aveva trovato stupefacenti...questo dimostri al vaticano che i problemi si prendono subito per le corna...altrimenti gestazioni troppo lunghe non occultano lo scandalo, ma lo moltiplicano...il diavolo fa le pentole ma non i coperchi...non sarà fine teologia, ma è così.

Anonimo ha detto...

avete letto dagospia?

http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/1-ecco-cosa-bolle-pagina-per-pagina-segreto-per-segreto-nel-dossier-vatileaks-2-52110.htm

sarà vero?

Raffaella ha detto...

Ho visto e non so rispondere!
Gli unici a conoscere il contenuto del dossier sono i tre cardinali "inquirenti" e Papa Benedetto.
Una cosa pero' posso dirla: una parte della ricostruzione avrei potuto scriverla io. Anzi!
Sarei stata anche piu' spietata nel descrivere le resistenze che il Papa ha incontrato per la lotta alla pedofilia e per la trasparenza dello Ior.
Quanto alla comunicazione vaticana, sembra un "copia incolla" da questo blog.
Quante volte abbiamo implorato la sala stampa di rispondere colpo su colpo alle accuse?
E poi come mai saltano fuori sempre gli stessi nomi mentre altri (pure citati in questi giorni soprattutto negli Usa) non vengono mai toccati?
No...non quadra!
R.

un passante ha detto...

Dago secondo me fa lo scoop dell'acqua calda e ripete cose già ridette e risapute. Da repubblica a dagospia i buoni sono sempre gli stessi, Gotti, Vigano'... Il cattivo e' Bertone. Però, Bertone arrivo' in segreteria alla fine del 2006, subito dopo Ratisbona, mentre Paolo cominciò a dar fiato alla fotocopiatrice già a febbraio 2006. Tutti santi quelli della vecchia guardia? Strano non vengano mai nominati, eppure non è' che prima lo Ior fosse trasparente , solo per fare un esempio, per non parlare delle coperture a certi pedofili . Se e una guerra tra bande, come sembra, non mi convince che il cattivo sia uno solo e i buoni stiano tutti dall'altra parte. Strano anche che in queste soffiate corvesche manchino sempre nomi eccellenti, che pure hanno contato parecchio in Vaticano. O forse non ce vonno sta' a non contare più