venerdì 8 marzo 2013

Benedetto XVI: storia del cristianesimo diversa senza la presenza delle donne


Benedetto XVI: storia del cristianesimo diversa senza la presenza delle donne

Senza il contributo delle donne, la storia del Cristianesimo sarebbe stata ben diversa. È la constatazione che alcuni anni fa Benedetto XVI fece durante un’udienza generale. Nel giorno della festa della donna, Alessandro De Carolis ripropone in questo servizio alcune delle riflessioni del Papa emerito dedicate al “genio femminile” e alla sua incidenza nella Chiesa e nella società: 

Nazareth e Magdala, Assisi e Siena, Avila e Lisieux, e l’elenco potrebbe continuare in lungo nella storia e in largo nella geografia. Anche a un orecchio con poca dimestichezza delle cose di Chiesa i nomi di queste città suggeriscono abbastanza facilmente un rimando ad altri nomi e volti. La Maria la “beata fra le donne” e la Maria redenta da un amore più grande del suo passato. La Chiara “sorella” spirituale del “Giullare di Dio” e la Caterina analfabeta che parlò ai re e spronò i Papi. La Teresa grande contemplativa e la Teresa della “piccola via”. Cosa ne sarebbe stato della Chiesa senza loro e senza le altre migliaia, straordinarie figure di donna, sante note o sconosciute, che da duemila anni testimoniano Cristo? Una domanda che non ha mai lasciato dubbi a Benedetto XVI:

“La storia del Cristianesimo avrebbe avuto uno sviluppo ben diverso se non ci fosse stato il generoso apporto di molte donne. Per questo, come ebbe a scrivere il mio venerato e caro Predecessore Giovanni Paolo II nella Lettera Apostolica Mulieris dignitatem, ‘la Chiesa rende grazie per tutte le donne e per ciascuna… La Chiesa ringrazia per tutte le manifestazioni del ‘genio’ femminile apparse nel corso della storia, in mezzo a tutti i popoli e nazioni”. (Udienza generale, 14 febbraio 2007)

Donne, madri, laiche o religiose. Benedetto XVI nel 2010 dedicò alle figure femminili del Medioevo cristiano catechesi indimenticabili. E non si è risparmiato quando la figura della donna, in tempi decisamente più recenti, è stata gradualmente risucchiata da, come ebbe a dire, “correnti culturali e politiche che cercano di eliminare, o almeno di offuscare e confondere, le differenze sessuali iscritte nella natura umana considerandole una costruzione culturale”:

“È necessario richiamare il disegno di Dio che ha creato l'essere umano maschio e femmina, con un’unità e allo stesso tempo una differenza originaria e complementare”. (Discorso per i 20 anni della Mulieris Dignitatem, 9 febbraio 2008)

E nemmeno si è risparmiato, Benedetto XVI, nel denunciare quei luoghi e quelle culture dove, ha detto…

“…la donna viene discriminata o sottovalutata per il solo fatto di essere donna, dove si fa ricorso persino ad argomenti religiosi e a pressioni familiari, sociali e culturali per sostenere la disparità dei sessi, dove si consumano atti di violenza nei confronti della donna rendendola oggetto di maltrattamenti e di sfruttamento nella pubblicità e nell'industria del consumo e del divertimento”.

Ricordare la donna, quindi, ricordare la festa dell’8 marzo, vuol dire questo per i cristiani e la Chiesa:

“Riflettere sulla condizione della donna e a rinnovare l’impegno, perché sempre e dovunque ogni donna possa vivere e manifestare in pienezza le proprie capacità ottenendo pieno rispetto per la sua dignità”. (Angelus, 8 marzo 2009)

© Copyright Radio Vaticana 

Nessun commento: