lunedì 18 febbraio 2013

Tensioni su un possibile anticipo del Conclave. Dolan: non affrettare (Izzo)


CONCLAVE: TENSIONI SU POSSIBILE ANTICIPO, DOLAN "NON AFFRETTARE"

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 18 feb. 

"Penso che non vogliamo affrettare il Conclave". 
Il cardinale Timothy Dolan, l'arcivescovo di New York, intervistato dal quotidiano "La Stampa" ha preso posizione oggi contro la proposta di anticipare il Conclave alla prima meta' del mese di marzo con un'interpretazione estensiva della norma che prevede almeno due settimane di Sede Vacante prima dell'inizio delle votazioni. 
Il portavoce della Santa Sede, padre Federico Lombardi, ha spiegato che "la data di inizio la decideranno i cardinali nelle Congregazioni generali che riuniranno i cardinali presenti a Roma, se si troveranno ad essere tutti arrivati e' possibile che si proponga loro di iniziare il Conclave prima dei 15-20 giorni previsti, cio' in quanto non ci saranno i 9 giorni di celebrazioni che si tengono alla morte del Papa".
Sulla possibilita' di un anticipo del Conclave, ha spiegato Dolan, "non ho sentito ancora nulla, aspetto istruzioni". 
"Sono impaziente di riunirmi in preghiera con i colleghi cardinali" ma "ci rendiamo conto che serve pazienza, perche' ci sono cosi' tante questioni delicate da affrontare". 
Per Dolan, considerato "papabile" insieme ad un altro americano, l'ascetico cappuccino Sean O'Malley, l'arcivescovo che ha purificato la diocesi di Boston sporcata in modo che sembrava irrimediabile dallo scandalo abusi, "la cosa importante e' esserci, esprimere il nostro amore e i migliori auguri a Papa Benedetto, pregare insieme e poi prendere le decisioni". 
"Le dimissioni di Papa Benedetto XVI, piovute come un fulmine a ciel sereno su tutta la Curia, direbbero che c'e' qualcosa di cui discutere, e nove giorni non sarebbero forse bastevoli, altro che troppi", scrive il sito "Il mondo di Annibale", molto attento alle vicende delle Chiese del Medio Oriente. "E in effetti - si domanda il post - cosa ha detto il gesto 'inaudito' di Papa Benedetto XVI? Nulla, solo che e' anziano?".
Secondo il sito, "se i cardinali avessero tempo di discutere, di conoscersi, di confrontarsi, di illustrasi vicendevolmente le proprie idee, potrebbero considerare che il problema tra chiesa conservatrice e chiesa missionaria oggi esiste eccome, e' il problema tra chiesa che scema, quella occidentale, e chiesa che sale, quella latino-americana o africana. Qualcuno poi, con intuizione rivoluzionaria, potrebbe capire o dire che la vera prospettiva e' quella indicata negli ultimi tempi da tutti, almeno a parole, cioe' penetrazione nell'Asia, il vero continente sconosciuto al cristianesimo, senza il quale non c'e' sviluppo". E mentre il sito propone come "papabili" il filippino Luis Antonio Tagle e il cinese di Hong Kong, Jhon Tong Hon, il cardinale di New York si sottrae dall'elenco dei favoriti, chi pensa a me, scherza, "ha fumato marijuana". Tuttavia Dolan condivide la posizione di chi auspica un nuovo Papa di lingua inglese, come il filosofo Michael Novak. La sua, dice, e' una "opinione sensata". 
Dunque l'indicazione dell'episcopato americano sembra essere per il coraggioso frate cappuccino O'Malley, l'unico cardinale, con l'arcivescovo di Vienna Christoph Schoenborn, a difendere pubblicamente le vittime della pedofilia (e cosi' anche Papa Ratzinger che aveva messo al primo posto nelle sue preoccupazioni gli sforzi per rendere giustizia a chi e' stato ferito nell'anima oltre che nel corpo, e alleviare per quanto possibile le loro sofferenze) quando il cardinale decano Angelo Sodano nel 2010 defini' lo scandalo "chiacchiericcio" in un imbarazzante indirizzo di saluto al Pontefice. 

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