martedì 26 febbraio 2013

La via della bellezza e la mano tesa del Papa al mondo dell'arte (Izzo)



PAPA: LA VIA DELLA BELLEZZA E LA MANO TESA AL MONDO DELL'ARTE

 Salvatore Izzo


(AGI) - CdV, 26 feb. 


L'arte “è come una porta aperta verso l'infinito, verso una bellezza e una verità che vanno al di là del quotidiano. E un'opera d'arte può aprire gli occhi della mente e del cuore, sospingendoci verso l'Alto”. 

Il 31 agosto 2011, in una straordinaria catechesi sulla teologia della Bellezza tenuta all'Udienza Generale nella piazza di Castel Gandolfo, Benedetto XVI ha descritto in questi termini il contributo che le geniali creazioni degli artisti possono offrire al messaggio del Vangelo. 
E all'inizio dell'Anno della Fede, dopo aver ripetuto il gesto della consegna del messaggio del Concilio agli artisti, il Papa ha affermato che “l'artista, come la Chiesa, è un testimone della bellezza della fede”, la quale, ha aggiunto, “non può mai essere ostacolo alla creazione della bellezza artistica, perché ne costituisce in qualche modo la linfa vitale e l'orizzonte ultimo”. Per questo il Pontefice ha chiesto a chi ha ricevuto il dono del talento di percorrere “un itinerario integrale, in cui tutte le dimensioni dell'esistenza umana siano coinvolte, così da testimoniare efficacemente la bellezza della fede in Cristo Gesù, immagine della gloria di Dio che  illumina la storia dell'umanità”.
Ma è soprattutto nel memorabile discorso del 21 novembre 2009 agli artisti radunati nella Cappella Sistina, appartenenti a tutte le arti e provenienti da tutto il mondo, che Benedetto XVI ha reso omaggio al variegato mondo delle arti rivolgendo ai suoi rappresentanti il suo fraterno e sincero “invito all'amicizia, al dialogo, alla collaborazione". "La fede - ha assicurato agli artisti con grande enfasi - non toglie nulla al vostro genio, alla vostra arte, anzi li esalta e li nutre, li incoraggia a varcare la soglia e a contemplare con occhi affascinati e commossi la meta ultima e definitiva, il sole senza tramonto che illumina e fa bello il presente".
"Non abbiate paura - li ha esortati - di confrontarvi con la sorgente prima e ultima della bellezza, di dialogare con i credenti, con chi, come voi, si sente pellegrino nel mondo e nella storia verso la Bellezza infinita”. "L'umanita' puo' vivere senza la scienza, puo' vivere senza pane, ma soltanto senza la bellezza non potrebbe piu' vivere", ha affermato citando una "ardita e paradossale" analisi di Dostoevskij.
"Se accettiamo che la bellezza ci tocchi intimamente, ci ferisca, ci apra gli occhi, allora - ha osservato rivolto agli artisti - riscopriamo la gioia della visione, della capacita' di cogliere il senso profondo del nostro esistere, il Mistero di cui siamo parte e da cui possiamo attingere la pienezza, la felicita', la passione dell'impegno quotidiano". "Non e' casuale - ha spiegato nella straordinaria ambientazione della Sistina - il nostro ritrovarci proprio in questo luogo, prezioso per la sua architettura e per le sue simboliche dimensioni, ma ancora di piu' per gli affreschi che lo rendono inconfondibile" con i quali Michelangelo "lancia un forte grido profetico contro il male; contro ogni forma di ingiustizia". "Qui - ha ricordato il Pontefice teologo - e' anche risuonato spesso il linguaggio universale della musica, grazie al genio di grandi musicisti, che hanno posto la loro arte al servizio della liturgia, aiutando l'anima ad elevarsi a Dio”.  
Al tempo stesso, “la Cappella Sistina e' uno scrigno singolare di memorie, giacche' costituisce lo scenario, solenne ed austero, di eventi che segnano la storia della Chiesa e dell'umanita'". In Sistina, infatti, il Collegio dei Cardinali elegge il Papa "e qui - ha confidato Joseph Ratzinger - ho vissuto anch'io, con trepidazione e assoluta fiducia nel Signore, il momento indimenticabile della mia elezione a Successore dell'apostolo Pietro". "Cari amici - ha esortato ancora rivolto agli artisti - lasciamo che questi affreschi ci parlino oggi, attirandoci verso la meta ultima della storia umana. Il Giudizio Universale, che campeggia alle mie spalle, ricorda che la storia dell'umanita' e' movimento ed ascensione, e' inesausta tensione verso la pienezza, verso la felicita' ultima, verso un orizzonte che sempre eccede il presente mentre lo attraversa. Nella sua drammaticita', pero', questo affresco pone davanti ai nostri occhi anche il pericolo della caduta definitiva dell'uomo, minaccia che - ha scandito il Pontefice - incombe sull'umanita' quando si lascia sedurre dalle forze del male".
Dunque, ha subito chiarito Benedetto XVI, "la ricerca della bellezza di cui parlo, evidentemente, non consiste in alcuna fuga nell'irrazionale o nel mero estetismo".
"Troppo spesso - ha denunciato - la bellezza che viene propagandata e' illusoria e mendace, superficiale e abbagliante fino allo stordimento e, invece di far uscire gli uomini da se' e aprirli ad orizzonti di vera liberta' attirandoli verso l'alto, li imprigiona in se stessi e li rende ancor piu' schiavi, privi di speranza e di gioia. Si tratta di una seducente ma ipocrita bellezza, che ridesta la brama, la volonta' di potere, di possesso, di sopraffazione sull'altro e che si trasforma, ben presto, nel suo contrario, assumendo i volti dell'oscenita', della trasgressione o della provocazione fine a se stessa".
"Il momento attuale  - ha continuato il Papa tedesco -  e' purtroppo segnato, oltre che da fenomeni negativi a livello sociale ed economico, anche da un affievolirsi della speranza, da una certa sfiducia nelle relazioni umane, per cui crescono i segni di rassegnazione, di aggressivita', di disperazione".
"Il mondo in cui viviamo - infatti - rischia di cambiare il suo volto a causa dell'opera non sempre saggia dell'uomo il quale, anziche' coltivarne la bellezza, sfrutta senza coscienza le risorse del pianeta a vantaggio di pochi e non di rado ne sfregia le meraviglie naturali". "Che cosa - si e' chiesto infine Papa Ratzinger - puo' ridare entusiasmo e fiducia, che cosa puo' incoraggiare l'animo umano a ritrovare il cammino, ad alzare lo sguardo sull'orizzonte, a sognare una vita degna della sua vocazione se non la bellezza?".

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