venerdì 1 febbraio 2013

Immigrati, i Gesuiti: il Governo non mantiene le promesse e taglia ancora (Izzo)

IMMIGRATI: GESUITI, GOVERNO NON MANTIENE PROMESSE E TAGLIA ANCORA

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 31 gen. 

"Nelle grandi aree metropolitane italiane ci sono migliaia di persone che godono di protezione internazionale ma vivono in condizioni di degrado e disagio, molti sotto il livello di poverta'". 
Lo denunciano i gesuiti del Centro Astalli (sede italiana del Jesuit Refugee Service) che commentano in una nota i rilievi critici di Laurens Jolles, delegato per il Sud-Europa dell'Alto Commissariato Onu per i rifugiati. Padre Giovanni La Manna, presidente dell'organismo che fa capo alla Compagnia di Gesu', auspica che all'indomani del rogo nel quale hanno perso la vita a Roma due somali che cercavano di scaldarsi con dei cartoni, sia ascoltato il "grido" riguardante le pessime condizioni dei rifugiati, affinche' possano "aprire gli occhi e le coscienze coloro che hanno il dovere di governare queste situazioni".
"Scampare a una guerra, riuscire ad arrivare vivi in Italia, per poi morire cosi' - prosegue il religioso - e' davvero senza giustificazioni e deve portarci a crescere nella volontà di accogliere e non semplicemente 'parcheggiare' i rifugiati, accogliere in maniera progettuale e dignitosa per favorire una loro vera integrazione". "Manca una volonta' del Governo italiano di gestire questa situazione  e ormai sono parecchi in tutte le citta' italiane, compresa Roma, gli insediamenti abusivi in edifici occupati che sono vere e proprie bombe ad orologeria". "Come cristiani - sottolinea il gesuita - non abbiamo alibi. 
La Chiesa non perde occasione per ricordare a chi ci governa che si deve porre la parola fine a questa vergogna".
Padre La Manna aggiunge poi la voce del Centro Astalli a quella dell'associazionismo e degli enti locali che protestano per l'azzeramento della quota dell'otto per mille che avrebbe dovuto essere assegnata alle attivita' sociali finanziate direttamente dallo Stato. 
"In un Paese in cui gli interventi di sostegno e assistenza a favore dei rifugiati sono sporadici e troppi sono le storie di rifugiati costretti a vivere in condizioni di assoluta poverta', come hanno denunciato anche tribunali in altri Stati membri dell’Unione Europea, nonche' la stampa internazionale, e' paradossale - conclude il Centro Astalli - questo cambiamento d'uso. 
Una vera beffa, di fronte ai contribuenti IRPEF ma anche di fronte agli Enti locali ed associazioni che vengono formalmente invitati ogni anno dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri a presentare progetti articolati e documentati entro il 15 marzo per poi sapere 10 mesi dopo che si e' trattato solo di uno scherzo". 

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