domenica 3 febbraio 2013

Il Papa: il vero profeta obbedisce a Dio e si mette al servizio della Verità. Benedetto XVI: con i vescovi italiani chiedo più fondi per famiglie e bimbi (Izzo)

PAPA: VERO PROFETA OBBEDISCE A DIO E SI METTE A SERVIZIO VERITA'

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 3 feb.

"Il vero profeta non obbedisce ad altri che a Dio e si mette al servizio della verita', pronto a pagare di persona". Lo ha affermato Benedetto XVI all'Angelus, ricordando il rifiuto nel quale incappo' Gesu' parlando nella Sinagoga di Nazaret (che era la sua citta'), un episodio, ha spiegato, che conferma il proverbio "nessun profeta e' bene accetto nella sua patria".
Alla gente di Nazaret, nella Sinagoga, Gesu' rivolse "parole che - ha osservato oggi il Pontefice - suonano come una provocazione" perche' "in favore di persone non israelite", dette "per dimostrare che a volte c'e' piu' fede al di fuori d'Israele". "A quel punto la reazione e' unanime: tutti - ha ricostruito Papa Ratzinger - si alzano e lo cacciano fuori, e cercano persino di buttarlo giu' da un precipizio, ma Egli, con calma sovrana, passa in mezzo alla gente inferocita e se ne va".
Viene da chiedersi come mai Gesu' abbia voluto provocare questa rottura, visto che "all'inizio la gente era ammirata di lui, e forse avrebbe potuto ottenere un certo consenso". Per Benedetto XVI proprio questo e' il punto: "Gesu' non e' venuto per cercare il consenso degli uomini ma per dare testimonianza alla verita'".
"E' vero - ha sottolineato in proposito il Papa teologo - che Gesu' e' il profeta dell'amore, ma anche l'amore ha la sua verita'. Anzi, amore e verita' sono due nomi della stessa realta': due nomi di Dio", come confermano, nella liturgia odierna, le parole di san Paolo sulla carita' che "non si vanta, non si gonfia d?orgoglio, non manca di rispetto, non cerca il proprio interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell'ingiustizia ma si rallegra della verita'".
"Credere in Dio significa - dunque - rinunciare ai propri pregiudizi e accogliere il volto concreto in cui Lui si e' rivelato: l'uomo Gesu' di Nazaret. E questa via - ha concluso il Papa - conduce anche a riconoscerlo e a servirlo negli altri", seguendo l'eesmpio "illuminante" di Maria, che piu' di tutti "ebbe familiarita' con l'umanita' di Gesu', ma non ne fu mai scandalizzata come i compaesani di Nazaret. Ella custodiva nel suo cuore il mistero e seppe accoglierlo sempre di piu' e sempre di nuovo, nel cammino della fede, fino alla notte della Croce e alla piena luce della Risurrezione. Maria aiuti anche noi a percorrere con fedelta' e con gioia questo cammino".

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PAPA:CON VESCOVI ITALIANI CHIEDO PIU'FONDI PER FAMIGLIE E BIMBI


Salvatore Izzo


(AGI) - CdV, 3 feb.

Benedetto XVI ha voluto pubblicamente associarsi "ai vescovi italiani che nel loro messaggio la Giornata della Vita invitano ad investire sulla vita e sulla famiglia, anche come risposta efficace alla crisi attuale". 
Lo ha fatto all'Angelus, auspicando "successo all'iniziativa - promossa dal Movimento per la Vita e appoggiata dalla stessa Cei - denominata 'Uno di noi', affinche' l'Europa sia sempre luogo dove ogni essere umano sia tutelato nella sua dignita'".
Il Pontefice ha poi salutato i circa 40 mila fedeli presenti in piazza San Pietro (molti dei quali in precedenza avevano partecipato alla celebrazione della Giornata della Vita presieduta dal cardinale vicario Agostino Vallini) ed ha citato oltre al Movimento per la Vita anche i rappresentanti delle Facolta' di Medicina e Chirurgia delle Universita' di Roma, specialmente i docenti di Ostetricia e Ginecologia, "li incoraggio - ha detto - a formare gli operatori sanitari alla cultura della vita".
Nel loro Messaggio, che il Papa ha voluto cosi' fortemente riproporre oggi, i vescovi italiani affermano coraggiosamente che "generare la vita vince la crisi"."Donare e generare la vita - infatti - significa scegliere la via di un futuro sostenibile per un'Italia che si rinnova: e' questa una scelta impegnativa ma possibile, che richiede alla politica una gerarchia di interventi e la decisione chiara di investire risorse sulla persona e sulla famiglia, credendo ancora che la vita vince, anche la crisi". Per i vescovi, cioe', "non si esce da questa fase critica generando meno figli o peggio ancora soffocando la vita con l'aborto, bensi' facendo forza sulla verita' della persona umana, sulla logica della gratuita' e sul dono grande e unico del trasmettere la vita, proprio in un una situazione di crisi". Secondo i vescovi, "in questa, come in tante altre circostanze, si riconferma il valore della persona e della vita umana, intangibile fin dal concepimento; il primato della persona, infatti, non e' stato avvilito dalla crisi e dalla stretta economica.
Al contrario, la fattiva solidarieta' manifestata da tanti volontari ha mostrato una forza inimmaginabile". "Tutto questo - affermano i presuli, che nel testo esortano a non aumentare ancora le tasse ma a liberare risorse per la cura dei bambini e degli anziani nelle famiglie - ci sprona a promuovere una cultura della vita accogliente e solidale". In buona sostanza la Cei e' preoccupata per "il progressivo invecchiamento della popolazione" che "priva la societa' dell'insostituibile patrimonio che i figli rappresentano, crea difficolta' relative al mantenimento di attivita' lavorative e imprenditoriali importanti per il territorio e paralizza il sorgere di nuove iniziative". I vescovi sono convinti che crisi economica e crisi demografica si influenzano a vicenda e oggi, affermano, la mancanza di lavoro "aggrava la crisi della natalita' e accresce il preoccupante squilibrio demografico che sta toccando il nostro Paese".

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