lunedì 18 febbraio 2013

Grande lezione di vita. Voci di porporati sulla rinuncia di Benedetto XVI al pontificato


Voci di porporati sulla rinuncia di Benedetto XVI al pontificato

Grande lezione di vita

«Una decisione che porta ad alzare la testa e non a farla reclinare, come fosse un pugno allo stomaco». È il commento sulla decisione assunta dal Papa, espresso dal cardinale Angelo Scola, arcivescovo di Milano, in un'intervista rilasciata alla Radio Vaticana e all'Osservatore Romano sabato mattina 16 febbraio, subito dopo aver guidato i vescovi della Lombardia in udienza per l'ultima visita ad limina del Pontificato. «Ci fa capire -- ha detto il porporato -- cos'è la fede, cos'è la vita di fede». Il Papa ha testimoniato di non aver «nessun attaccamento alle cose di questo mondo -- ha aggiunto -- tanto meno al potere, ma un abbandono totale alla volontà di Dio, a ciò che lo Spirito detta». E forse questo evento, nel suo misterioso significato «è come un'occasione che lo Spirito prenderà per riaprire noi cristiani alla speranza e alla gioia e per farci parlare, per assumerci una responsabilità più energica, quasi appunto un soprassalto di energia e di fede. Lo penso soprattutto per l'Europa, ma non solo».
Secondo il cardinale Scola il cinquantesimo anniversario del concilio Vaticano II, l'Anno della fede «e l'evento di magistero supremo che è la rinuncia del Santo Padre possono realmente rappresentare un'occasione di grande rilancio della bellezza, della verità, della bontà dell'avvenimento di Cristo per il cuore dell'uomo di oggi». Sono «tre fatti che ridanno al Vaticano II tutto il suo spessore e ne mostrano tutta la sua attualità. Sta a noi assumerlo responsabilmente» anche di fronte alle mutate situazioni di oggi.
E c'è per la Chiesa lombarda un'indicazione del Papa che, secondo il cardinale Scola, «si impone su tutte. Pensando alla centralità della Lombardia in Europa, ha detto che questa regione deve essere il cuore credente dell'Europa. Più che un programma pastorale per le nostre diocesi». Il porporato ha anche rivelato che tutti i vescovi lombardi erano «molto commossi per questa udienza» e che tutti hanno espresso il loro personale amore e quello dei fedeli milanesi per il Santo Padre. L'incontro è stato segnato da un'atmosfera «di evidente commozione. Tra tutti -- ha detto -- il più sereno era il Papa. Abbiamo confessato di avvertire la responsabilità di essere stati gli ultimi a essere ricevuti in visita ad limina. E il Papa ci ha chiesto che questa responsabilità diventi un annuncio per tutti».
Il cardinale Agostino Vallini, vicario generale per la diocesi di Roma, in un'intervista al «Corriere della Sera» ha offerto la sua «lettura di fede» della decisione del Papa. Una visione, ha detto, «facilitata e sostenuta dalla motivazione che ci ha dato il Pontefice stesso, cioè di aver ripetutamente maturato la grave decisione nella sua coscienza davanti a Dio per il bene della Chiesa».
Proprio in questa prospettiva di fede il cardinale Vallini ha invitato a fare «tesoro di una grande lezione di vita». Perché «a ben vedere, con il suo gesto il Papa ci ha insegnato come si ama e si serve Cristo e la Chiesa».
Il porporato si è poi soffermato sul valore che si deve dare al ministero del Papa. Forse a una visione superficiale, può apparire che in seguito alla decisione del Pontefice «ora venga meno qualcosa, perché si era abituati a concepire il servizio del Papa quasi come lontano dalle condizioni comuni di tutti gli uomini. Ma Benedetto XVI, con semplicità disarmante, ci ha messo davanti a una verità: la gravità del servizio petrino richiede notevoli energie fisiche e quando diminuiscono, per l'avanzare dell'età, il Papa non può correre il rischio di venir meno al mandato che ha ricevuto da Cristo. La sacralità sta proprio in questo modo di ragionare. Siamo stati messi davanti a una visione di grande portata per oggi e per il futuro». E ha aggiunto di condividere «l'opinione di chi ha detto che si è trattato di un atto di alto magistero spirituale».
Per il cardinale Marco Cè, patriarca emerito di Venezia, «la paternità e l'amore rimangono per sempre». Intervistato dal settimanale diocesano «Gente Veneta», il porporato spiega che sono «paternità e amore anche dire “non ho più forze”, riconoscere che questa famiglia che è la Chiesa ha bisogno di una guida con forze più fresche. Anche questa è paternità e anche questo è amore, nella forma più squisita».
Secondo il cardinale Cè va «fatta una distinzione: una cosa è la paternità e l'amore per la Chiesa che un Papa deve avere, altra cosa è prendere coscienza delle responsabilità che si assumono. Il che impone a un Pontefice di chiedersi se le sue forze sono in grado di rispondere a queste responsabilità. La paternità e l'amore rimangono per sempre e non collidono con le scelte suggerite alla responsabilità di fronte a Dio e alla Chiesa».
Per il cardinale Julián Herranz, presidente della Commissione cardinalizia insediatasi lo scorso 24 aprile per indagare e fare piena luce sulla divulgazione di documenti segreti del Pontefice, quello di Benedetto XVI «è un atto che ha manifestato due grandi virtù» sempre ammirate in lui: «l'umiltà e l'amore per la Chiesa». Dalle colonne del quotidiano spagnolo «El Mundo», il porporato afferma che «Benedetto è un Papa umile, semplice, profondamente intelligente che ha fatto conoscere il Vangelo con grande profondità teologica, ma anche con grande sensibilità. Il gesto del Papa mi sembra di una umiltà eroica». Infatti «riconoscere umilmente i propri limiti umani davanti all'opinione pubblica mondiale è un gesto di amore per la verità, per la verità su sé stessi. E non è facile».
Tra l'altro, ha aggiunto, il gesto del Papa è «molto innovativo se comparato con duemila anni di storia della Chiesa. Ma forse nel futuro non lo sarà tanto, grazie all'esempio di umiltà e di amore per la Chiesa che ha dato Benedetto XVI». Del resto «fa parte della logica umana e anche dell'amore per la Chiesa, il fatto che in un determinato momento si abbia l'umiltà di riconoscere quando non si è più in grado di proseguire e dunque è giunto il momento di ritirarsi, come ha fatto Benedetto XVI». E con il pensiero rivolto al futuro il cardinale Herranz sottolinea che «i padri della Chiesa fecero due cose fondamentali: conoscere e amare Cristo e insegnare ai primi cristiani a vivere con integrità le esigenze del loro battesimo in mezzo a una società pagana. Le circostanze del mondo attuale non sono molto diverse e Benedetto XVI ha incarnato molto bene queste due dimensioni del buon pastore: far conoscere Cristo -- ha scritto tre libri dedicati a Gesù di Nazaret, sottraendo del tempo ai suoi altri impegni -- e insegnare ai cristiani a vivere responsabilmente nell'ambito di una società neopagana, com'è il cosiddetto primo mondo».
Anche il cardinale Elio Sgreccia, presidente emerito della Pontificia Accademia della Vita, ha parlato di coraggio e di umiltà di Benedetto XVI. Un modo diverso di fare un'offerta a Dio, a spese proprie e per il bene degli altri. Non è rifiutare la Croce, che c'è sempre».
In un'intervista ad «Avvenire» il porporato ha ripercorso il filo rosso dei riferimenti ai temi bioetici fatti da Benedetto XVI in tanti discorsi e scritti.
Il cardinale Sgreccia ha anche ricordato come Benedetto XVI abbia «ricondotto il rispetto della vita alla fede nel Creatore. Quando cade il concetto di Dio, come ha affermato il Concilio Vaticano II l'uomo svanisce». Per questo davanti al processo di secolarizzazione, ha notato infine il cardinale, Benedetto XVI ha avuto a cuore fino all'ultimo momento il desiderio di far comprendere quanto fosse necessaria la stagione della nuova evangelizzazione.

(©L'Osservatore Romano 17 febbraio 2013)

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Non si smentiscono nemmeno ora.
Speciale BBC di sabato sul Papa. Invitati a parlare solo i liberal: Kung,Politi, Wilkins (ex editore del Tablet), Radcliffe, Murphy O'Connor etc.
http://www.catholicherald.co.uk/commentandblogs/2013/02/18/on-benedict-xvi-the-bbc-is-already-writing-the-first-draft-of-history/
Alberto

Anonimo ha detto...

O.T.news,la prima,23 febbraio la7 Nuzzi su nuovi sviluppi sul caso Orlandi(e ridajje)la seconda è stata resa nota la pensione di cui godrà l'ex-papa,2.500.euro al mese,ora a'sto punto,per come è messo il paese,dovrebbe rinunciarci,viste le pensioni da fame di tanti e le polemiche che geni grillanti tireranno fuori, cmq pubblicarla non mi è sembrata una genialata,era meglio stare zitti...GR2

gemma ha detto...

Si parlerà anche del caso Savile? Politi già che c'e potrebbe chiedere chiarimenti in diretta

gemma ha detto...

Che prurito pubblicare quanto prenderà il Papa di pensione eh? Chi pubblica queste notizie sa bene cosa accadrà un minuto dopo. Si goda per bene lo scoop, almeno
Comunque, si plachino, già non sappiamo cosa farà, se li prenderà e quanto vivrà. Che La Madre di Gesu' lo abbracci forte per lenirgli tutto quello che ancora dovrà subire

nonno ha detto...

Certo che finché la pensione la prendevano gli altri vescovi e cardinali non era un problema per nessuno, ora magari diventa un problema
La cosa che mi intristisce di più in queste lotte contro la chiesa, e che a portarle avanti sono gli stessi che nel secolo scorso magari inneggiavano in maniera acritica all'unione sovietica e fino a ieri alle primavere arabe, mentre tacciono completamente ora che si stanno trasformando in inverni. Ne azzeccassero mai una

nonno ha detto...

Certo che finché la pensione la prendevano gli altri vescovi e cardinali non era un problema per nessuno, ora magari diventa un problema
La cosa che mi intristisce di più in queste lotte contro la chiesa, e che a portarle avanti sono gli stessi che nel secolo scorso magari inneggiavano in maniera acritica all'unione sovietica e fino a ieri alle primavere arabe, mentre tacciono completamente ora che si stanno trasformando in inverni. Ne azzeccassero mai una

Eugenia ha detto...

Beh ma i cardinali sono una cosa ma, il Papa è il Papa caro nonno! Che vuoi farci?