domenica 10 febbraio 2013

Giornata del malato. Mons. Zimowski: recuperare la dimensione sacramentale nella cura dei sofferenti


Giornata del malato. Mons. Zimowski: recuperare la dimensione sacramentale nella cura dei sofferenti

In Baviera, per le celebrazioni della Giornata mondiale del malato, è presente l’inviato speciale del Papa, l’arcivescovo Zygmunt Zimowski, presidente del Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari. Il presule ha presieduto stamani una Messa nella cappella dell’ospedale di Schwabing, a Monaco di Baviera. In serata raggiungerà Altötting dove domani, nella memoria della Beata Vergine Maria di Lourdes, si svolgeranno le cerimonie solenni per questo importante appuntamento. Nel suo Messaggio per la Giornata, che si svolge sul tema «Va’ e anche tu fa’ lo stesso», il Papa ha proposto come modello la figura del Buon Samaritano, ricordando che la cura pastorale dei malati deve partire anzitutto dai Sacramenti. Ascoltiamo in proposito mons. Zygmunt Zimowski al microfono della nostra inviata Christine Seuss:

R. – Noi celebriamo l’Anno della Fede e per questo motivo dobbiamo anche approfondire la nostra fede per quanto riguarda i Sacramenti, che ci avvicinano a Gesù Cristo. Per i malati sono importanti tre Sacramenti, come ha sottolineato il Santo Padre nel suo Messaggio: sono i Sacramenti della guarigione, e cioè la Penitenza, l’Unzione degli infermi e, in particolare, l’Eucaristia come viatico. Noi dobbiamo tenere presente che la cura pastorale dei malati si esprime soprattutto nella dimensione sacramentale.

D. – Il Messaggio di quest’anno propone alcuni temi molto concreti …

R. – Ogni Giornata mondiale del malato ha il suo tema. Quest’anno si propone il tema del Buon Samaritano; ogni anno i temi sono molto concreti. Voi sapete che tra tre anni andremo in Terra Santa e là vogliamo concentrarci su Maria che ha creduto, Maria che ha dato il buon esempio andando da Santa Elisabetta per servire la donna anziana che aspetta un bambino: questo è servizio. E Maria, come dice il Santo Padre nel suo Messaggio, è la prima a darci l’esempio della Buona Samaritana.

D. – Noi ci troviamo nella terra natia di Benedetto XVI: quali sono le sue impressioni?

R. – Io ho incontrato il Santo Padre mercoledì scorso; gli ho chiesto la benedizione per queste giornate che sono ancora davanti a noi. Infatti, domani ad Altötting, davanti alla Madonna, celebreremo la Santa Messa. Questo Santuario è molto caro a Benedetto XVI perché la sua casa natale si trova soltanto a 16 km di distanza. Oggi siamo ancora a Monaco di Baviera, dove il Santo Padre è stato arcivescovo per oltre cinque anni: siamo sulle tracce di Benedetto XVI, della sua spiritualità, della sua dimensione mariana, perché lui si affida sempre – come anche faceva Giovanni Paolo II – a Maria Santissima. E questo è molto, molto importante per noi.

D. – Che cosa l’ha colpita di più in questi quattro giorni di viaggio? 

R. – Torno al messaggio di Benedetto XVI, nel quale dice che la Giornata mondiale è il tempo opportuno per la riflessione, per la preghiera e per la vicinanza ai malati: queste tre dimensioni. E noi l’abbiamo fatto nei primi due giorni ad Eichstätt, dove abbiamo riflettuto su questo bel tema del Buon Samaritano; abbiamo anche incontrato i malati nella clinica di Eichstätt e abbiamo visitato una casa di riposo per anziani, dove l’incontro è stato veramente toccante: qui una religiosa e una signora laica si sono avvicinate ai malati con l’acqua santa, poi hanno acceso le candele e tutti abbiamo pregato per i bisogni del mondo. Ogni malato, ogni persona anziana che appena riuscisse ad esprimersi – perché veramente alcuni erano molto anziani – ha espresso il proprio desiderio: una signora, mamma di un sacerdote, ha chiesto al Signore che suo figlio possa fare tanto, tanto bene per la sua parrocchia, come un Buon Samaritano. Altri hanno pregato per i loro genitori ormai defunti … Veramente, è stato un incontro toccante. Noi dobbiamo essere come la Chiesa, con il cuore rivolto ai malati, ai sofferenti, verso le persone che hanno bisogno della nostra cura, che hanno bisogno del nostro cuore …

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