mercoledì 27 febbraio 2013

Gesto profetico. Il Patriarca di Babilonia dei Caldei sulla rinuncia di Benedetto XVI (O.R.)

Il Patriarca di Babilonia dei Caldei sulla rinuncia di Benedetto XVI

Gesto profetico

Baghdad, 26. «Ammiro questo gesto profetico, ricco di umiltà molto profonda. Il Papa non fugge dalla responsabilità ma è consapevole che, nelle sue condizioni fisiche, non può continuare la sua missione. Quindi lascia il suo posto a un altro che il Signore indicherà per guidare la Chiesa in questo momento critico»: è la riflessione offerta all'agenzia Sir dal Patriarca di Babilonia dei Caldei, Louis Raphaël i Sako. Il presule ha commentato la scelta del Papa, con riferimento all'impatto sulle Chiese del Vicino Oriente e agli orientamenti spirituali per il futuro. Benedetto XVI, ha sottolineato monsignor Sako, in occasione dell'intervista, «è per noi tutti, cardinali, vescovi, patriarchi, religiosi e laici, un modello da seguire. Egli ci ricorda che dobbiamo servire la Chiesa e non il contrario». Nel corso del colloquio il presule ha fatto cenno anche alle iniziative che accompagneranno l'inizio della sede vacante: «Il 28 febbraio avremo, nella cattedrale di Baghdad, una liturgia ecumenica per tutti i martiri iracheni, monsignor Paulos Faraj Raho, padre Ragheed Gianni e tanti altri. Nello stesso tempo, pregheremo per Benedetto XVI, perché aiuti con la sua presenza e preghiera la Chiesa». Domenica 3 marzo, ha aggiunto, «celebreremo una messa per tutti i cardinali che entreranno in conclave affinché lo Spirito santo possa suscitare in loro la giusta scelta. In tutte le parrocchie pregheremo per Benedetto XVI e i cardinali».
Il Patriarca ha quindi voluto esprimere l'auspicio personale e quello della comunità da lui rappresentata sul futuro della Chiesa. «Aspettiamo un Papa che sia un padre e un uomo coraggioso. Una persona che conosca bene la situazione e che sappia guidare con chiarezza e senza compromessi». Il presule prega inoltre «per un Pontefice che pensi a una nuova pastorale per la Chiesa, che rinnovi la disciplina, che l'avvicini ancor di più ai giovani; per esempio, che sappia comunicare il Vangelo con un linguaggio ancora più comprensibile, a questo mondo assetato di speranza».
Alla fine dello scorso gennaio, la comunità cattolica mediorientale ha vissuto l'importante momento del sinodo, in occasione del quale è avvenuta l'elezione del nuovo Patriarca, avvenuta il 31 gennaio. «Recentemente, come Chiesa caldea, abbiamo vissuto il nostro sinodo -- ha ricordato monsignor Sako -- e, in quella occasione, noi vescovi abbiamo potuto verificare che, quando è il divino a guidare l'uomo, allora si va verso il bene. Al contrario, quando l'uomo vuole sopravanzare il divino, allora c'è lo stallo». E ha concluso con la speranza: «Io credo che lo Spirito santo donerà alla sua Chiesa un ottimo Papa».
Tra le questioni affrontate durante il colloquio vi è stata quella del difficile contesto in cui vivono i fedeli irakeni. L'Iraq, ha osservato a tale proposito, il presule, «vive nell'incertezza, oggi potrebbe essere una giornata tranquilla, ma domani chissà. Non abbiamo stabilità, la situazione è precaria sotto ogni profilo, sociale, economico, politico, ma non dobbiamo perdere la fiducia e la speranza di ricostruire il nostro Paese».

(©L'Osservatore Romano 27 febbraio 2013)

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