mercoledì 20 febbraio 2013

Benedetto, il Papa amico dei bambini (Sir)


Il Papa amico dei bambini

Don Di Noto (Meter): un ''grazie'' a Benedetto XVI perché ha ''iniziato un percorso, un cammino ancora lungo, impervio''. Nella Chiesa va continuata ''quest'opera di rinnovamento, di purificazione''. I rischi del ''deep web'' e dei social network

Benedetto XVI è stato “un Papa straordinario. Ha fatto tanto per Meter e per la lotta alla pedofilia nel clero indicando una nuova pastorale di prossimità e vicinanza ai piccoli, ai deboli e ai vulnerabili. Gliene saremo per sempre grati”. Lo ha detto don Fortunato Di Noto, presidente e fondatore dell’associazione Meter Onlus (www.associazionemeter.org), presentando oggi il Rapporto annuale Meter 2012 nella sala Marconi di Radio Vaticana. “Lo scandalo della pedofilia, nella Chiesa - ha detto il sacerdote siciliano - sarà la ragione del rinnovamento. È dalle grida dei bambini che si innalza la magnificenza e la lode a Dio, ma è anche il grido di giustizia, di revisione della vita, è quel grido che lacera e consuma, abbatte e calpesta i potenti. Perché chi abusa di un bambino manifesta una potenza perversa e malvagia: un bambino stenta a difendersi, se non con il suo farfugliamento, un linguaggio impercettibile ma allo stesso modo potente”. Benedetto XVI, secondo il presidente di Meter, “amico dei bambini, ha ascoltato questo grido e lo ha amplificato con la sua umile ma ferma ragione e con fede ha detto basta, iniziando e testimoniando un cammino, difficile, ma possibile”. “Non solo nella repressione e negli interventi canonici, dovuti e ora possibili con celerità”, ma offrendo durante tutto il suo pontificato “norme e linee guida efficaci”, linee “sul suono delle grida degli innocenti”, e dunque “linee preziose, anche se fatte di norme e commi”.

Benedetto XVI, un Papa che “ha fatto tanto” per i bambini. Il Papa, ha sintetizzato don Di Noto presentando il Rapporto Meter, ha ribadito a tutti che “chi non è dalla parte dei bambini, non è di Gesù Cristo, è fuori dalla comunione ecclesiale”. Quanto alla rinuncia al soglio di Pietro, don Di Noto la definisce un “profondo gesto d’amore per la Chiesa”, fatto “a causa delle forze che gli stanno venendo a mancare” e che “richiama chi, a maggior ragione per questi scandali e non lo ha fatto, dovrebbe dimettersi e ritirarsi a pregare e chi ha responsabilità penali - con un giusto processo, nell’accertamento della verità - a scontare la pena, si spera riabilitativa e riconciliante per le vittime, per le famiglie, per la Chiesa e per la società”. Con Benedetto XVI, per don Di Noto, “è iniziato un percorso, un cammino ancora lungo, impervio”. “Al Papa - precisa il sacerdote - non possiamo rimproverare nulla: ha operato scendendo in campo e affondando nel dolore delle vittime tutta la sua umanità di padre e pastore che ha portato e porta con sé la croce di queste anime sporcate da chi è stato indegno dei bambini, della Chiesa e di Dio. È il momento di continuare quest’opera di rinnovamento, di purificazione”. “Mentre il Pontefice decide di lasciare, preghiamo ancora per lui”, ha concluso don Di Noto, affinché sospinga la Chiesa “verso una stagione più felice rispetto a questi anni di spine che ha dovuto amaramente sopportare”.

Il “pedo deep web”. Un mondo “sommerso, incontrollabile”, 500 volte più grande del web, dove “prosperano” non solo la mafia o la criminalità organizzata, ma anche i pedocriminali. È il “deep web”, nuova frontiera della pedofilia, fenomeno “drammatico” ed “enorme” nelle sue proporzioni che “non è diminuito”, ma ha “spostato” i suoi confini in questa “free zone” che è “il luogo ideale di coloro che delinquono”, i quali la utilizzano “nel quasi perfetto anonimato”. È la novità del Rapporto Meter 2012, presentato dall’associazione siciliana “in prima linea” da 23 anni nella lotta alla pedofilia e alla pedopornografia. Stando ai dati dell’Osservatorio mondiale contro la pedofilia, istituito da Meter lo scorso anno, “non c’è nazione esclusa da questo fenomeno”, le cui vittime “non sono generiche” ma comprese in una fascia di età da 0 a 12 anni, in cui si può “distruggere la vita di un bambino”. Ciò di cui i media non parlano mai è, ad esempio, “l’infantofilia”, cioè il crescente abuso sui neonati. Per don Di Noto, si tratta di una tragica “omissione”: “È più facile gridare allo scandalo di qualcuno”, ha commentato il sacerdote.

Social network “sempre più protagonisti”. È l’altro dato saliente del Rapporto Meter 2012, dal quale risulta che i social network hanno avuto nell’anno appena trascorso un “coinvolgimento maggiore” nel cosiddetto “grooming”, cioè l’adescamento in Rete dei minori. L’aumento degli indirizzi virtuali riferiti a comunità e social network, infatti, è avvenuto nonostante la quantità di siti sospetti individuati sia calata nel suo complesso. Aumenta, inoltre, la tendenza a crearsi un falso profilo su Facebook: il 99% dei bambini di 9-10 anni, informa Meter facendo riferimento a uno studio effettuato nelle scuole primarie di Avola su 770 studenti, apre un profilo sul social network attualmente più popolare in Italia, ma solo dopo aver falsato età e identità. Per quanto riguarda la segnalazione di siti sospetti, secondo i dati dell’Osservatorio mondiale di Meter si conferma il ruolo centrale dell’Europa, con il 50,7%, seguita da Asia (30,38%), Africa (10,19%), America (5,71%), Oceania. Scorporando i dati per Paesi, il gruppo Russia, India, Cina - potenze economiche in forte crescita - raccolgono insieme quasi il 50% di segnalazioni (757) sul totale; da solo, il Giappone riesce a superare e assorbire India e Cina. Tra i fenomeni in aumento, quello del “sexting”, l’autoproduzione di materiale a sfondo sessuale che viene poi messo in Rete: nel 2012 sono state 5.640 le vittime. Nel 2012, Meter ha ricevuto 22.987 chiamate e seguito 951 casi. Oltre 140 i convegni, 13 le diocesi incontrate (57 dal 2012 ad oggi), 53 le attività organizzate negli istituti scolastici, con 8.190 studenti coinvolti. L’ultima “nata” è Casa Meter, una comunità di accoglienza per minori in difficoltà che ospita bambini abusati, maltrattati, abbandonati o che si trovano in condizioni di disagio.

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