lunedì 25 febbraio 2013

Bagnasco su Papa Benedetto: Suo il coraggio della verità (Sir)

CARDINALE BAGNASCO

Suo il coraggio della verità

Celebrata a Genova una Messa per Benedetto XVI. Ripercorso il suo Pontificato e il suo Magistero. L'invito al termine dell'omelia: ''Mentre preghiamo per il Papa, vogliamo pregare con lui anche per il Conclave'' e per il futuro Papa ''che è già presente nel cuore dello Spirito Santo''

“Genova ama il Papa. È sempre stato nella sua storia e continua ad esserlo”. Lo ha affermato l'arcivescovo di Genova e presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco, al termine della Messa per il Papa Benedetto XVI che ha celebrato oggi pomeriggio nella Cattedrale di San Lorenzo. Ringraziando i numerosi fedeli accorsi in Chiesa ha affermato: “La vostra presenza oggi è motivo di grande gioia e di grande speranza per la Chiesa”.

Benedetto XVI esempio per la Chiesa. Nell'omelia aveva affermato che “sulla strada della riforma spirituale e della conversione, Benedetto XVI ci sospinge con la parola e l'esempio per un rinnovamento della Chiesa”. Il Papa “ha indicato nella fede la questione principale e non si è mai stancato nel richiamarci al primato di Dio”. Con il suo magistero, ha detto ancora il cardinale Bagnasco, ci ha ricordato che “mettere al centro della nostra vita Dio o il nostro io è la questione decisiva non solo per essere discepoli ma anche per essere messaggeri del Vangelo”. Ha quindi ricordato le parole pronunciate dal Papa nell'Angelus del 17 febbraio 2013 a proposito delle tentazioni: “Il loro nucleo centrale consiste sempre nello strumentalizzare Dio per i propri interessi dando più importanza al successo o ai beni materiali. Il tentatore è subdolo: non spinge direttamente verso il male ma verso un falso bene”. 

Da fedeli onda di incontenibile affetto. “Le reazioni molteplici che si sono succedute alla inattesa notizia” della rinuncia del Papa, ha proseguito, “sono state di dolore e di immediato sconcerto ma soprattutto sono state un'onda incontenibile di affetto per un Pastore che è entrato nel cuore di tutti con discrezione in punta di piedi e ha offerto alla Chiesa e al mondo le parole antiche della vita e dell'amore, della misericordia e della salvezza”. Di Benedetto XVI, il cardinale ha ricordato la “paternità intrisa dall'attenzione e tenerezza che la sua riservata persona emana” e “l'ascolto attento, il domandare puntuale, la parola lucida” durante gli incontri avuti come presidente della Cei. Attenzioni, ha aggiunto, che “mi hanno fatto toccare l'affetto del Papa per la Chiesa che è in Italia”. “Siamo qui per fargli arrivare il nostro abbraccio spirituale tramite la via più sicura ed efficace, l'Eucaristia” ha detto ancora il cardinale. “Egli resterà sempre nei nostri cuori e nella nostra preghiera, così come ha chiesto di recente”. 

La Chiesa è realtà vitale. “La Chiesa - ha affermato ancora il cardinale - è un mistero. Non è un'organizzazione ma un organismo, una realtà vitale, è il 'noi' dei credenti nell' 'io' di Cristo. Per questo, guardare la Chiesa con occhi solo umani non coglie la realtà piena, resta in superficie”. Inoltre, ha aggiunto il cardinale, la Chiesa “nonostante difficoltà e ostacoli è salda nelle mani del suo Signore e guarda avanti con serena fiducia”. L'arcivescovo ha ricordato che “il coraggio della verità, in Papa Benedetto, non è mai stato freddo o arcigno perché è il coraggio dell'amore: esso proviene da Dio che è verità e amore. E' sostenuto dalla consapevolezza che solo questa, anche se controcorrente, è la strada della vita e della felicità, il segreto del bene dell'umanità vera”. Infatti, “lontano, l'uomo crede di essere padrone di sé mentre invece diventa preda di sé, si crede libero, senza legami, mentre si fa prigioniero di mostri che lo divorano perché più astuti e lungimiranti”. 

Ha parlato con coraggio al mondo. Il Papa non si è “mai tirato indietro” neppure “quando è stato investito da critiche e derisioni” ha detto ancora il cardinale ricordando “la chiarezza e il coraggio del Papa nel parlare al mondo moderno affrontando le categorie più care alla contemporaneità come la coscienza individuale, la libertà, la laicità, e tutte quelle questioni di ordine morale che tanto agitano la storia contemporanea”. Benedetto XVI “non ha mai avuto timore o soggezione del pensiero unico che circola e spesso condiziona pesantemente il pensare comune” ma “ha cercato le parole migliori per farsi intendere da tutti coloro che cercano sinceramente la verità e il bene senza mai tirarsi indietro quando è stato investito da critiche e derisioni”. 

Preghiamo per il Conclave. Al termine dell'omelia, il porporato ha rivolto una preghiera per il prossimo Conclave: “”Mentre preghiamo per il Papa, vogliamo pregare con lui anche per il Conclave” e per il futuro Papa “che è già presente nel cuore dello Spirito Santo”. Durante la Messa è stata anche letta una preghiera per il Conclave: “Preghiamo per i Cardinali che saranno chiamati a scegliere il Successore di Pietro, affinché, docili all'azione dello Spirito Santo, si lascino guidare dalla sua luce per il bene della Chiesa e dell'umanità”. 

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