giovedì 24 gennaio 2013

Padre Lombardi lascia la tv, Scelzo in Sala stampa. La comunicazione "a strappi" del Vaticano nel commento di Gagliarducci


Come cambia il mondo della comunicazione vaticana

Padre Lombardi lascia la tv, Scelzo in Sala stampa

ANDREA GAGLIARDUCCI

Il nuovo assetto delle comunicazioni vaticane è la dolce morte di padre Federico Lombardi? Il direttore della Sala Stampa vaticana da ieri perde la direzione del Centro Televisivo Vaticano, e avrà un altro vicedirettore, destinato solo agli accreditamenti. E le due nuove nomine si aggiungono a quella di Greg Burke a consulente della comunicazione vaticana, arrivata prima dell'estate. Quasi a traghettare padre Lombardi verso un nuovo incarico, non più di direttore della Sala Stampa, ma magari di presidente di qualche dicastero vaticano, con dignità episcopale.
C'è molto da capire nelle nuove nomine rese note ieri dalla Sala Stampa Vaticana. Il nuovo direttore del Centro Televisivo Vaticano è monsignor Dario Edoardo Viganò. Presidente dell'Ente dello Spettacolo (la Fondazione della Cei che si occupa di cinema), direttore della rivista "Il Cinematografo", è probabile che Viganò sia stato chiamato per portare nuovi linguaggi alla tv del Papa, sempre più tesa a specializzarsi verso la documentaristica. Mentre vicedirettore aggiunto della Sala Stampa vaticana (con la competenza specifica degli accreditamenti video) è stato nominato Angelo Scelzo, finora sottosegretario del Pontificio Consiglio della Comunicazioni Sociali. Fino ad ora, era stato proprio il Pontificio Consiglio per le Comunicazioni Sociali a curare gli accreditamenti per gli audiovisivi. Gli accreditamenti ora si spostano tutti in una sola struttura, come accadeva precedentemente e come Joaquin Navarro Valls - che prima di Lombardi dirigeva la Sala Stampa della Santa Sede - non aveva mai voluto fare.
Resta però da comprendere in quale modo questo cambi gli equilibri vaticani. La presenza di Greg Burke (giornalista legato all'Opus Dei) ha in qualche modo defilato il ruolo di padre Lombardi. Il quale continua a metterci la faccia quando si tratta di tenere briefing e parlare con i giornalisti. Ma che si trova spiazzato di fronte ad alcune iniziative. Come quella di pubblicare un testo del Papa sul Financial Times. Il giornale inglese - tempio del pensiero laico - ha pubblicato il testo a pagina 7, come se il Papa fosse uno dei tanti opinionisti del quotidiano. Un'operazione strana, anche perché il testo del Papa non era originale (per buona parte preso dal suo ultimo libro "Gesù di Nazaret" e anticipato da un blog in inglese quattro giorni prima) e di cui Lombardi non aveva saputo niente.
Così, la comunicazione vaticana procede a strappi. C'è - raccontano - il progetto di portare tutto sotto il Pontificio Consiglio per le Comunicazioni Sociali, che dovrebbe diventare riferimento per la Sala Stampa Vaticana (ora è sotto la Segreteria di Stato) e per le comunicazioni di tutti i dicasteri vaticani. Ma da chi sarà composto il Pontificio Consiglio? Uscito Angelo Scelzo, che fine farà mons. Giuseppe Vincenzo Scotti, che all'incarico di segretario aggiunto assomma quello di presidente della Fondazione Ratzinger e di presidente del Consiglio di Sovrintendenza della Libreria Editrice Vaticana?

© Copyright La Sicilia, 23 gennaio 2013

1 commento:

Anonimo ha detto...

Alcune considerazioni di Gagliarducci le capisco assai poco e, ancor meno, mi piacciono. Perché, per esempio, sminuire, o declassare, l'intervento sul FT?
Alessia