martedì 15 gennaio 2013

Laici coreani protagonisti nell'Anno della fede (O.R.)

La campagna dei vescovi

Laici coreani protagonisti nell'Anno della fede


Seoul, 14. Quello che si è da poco aperto sarà un anno interamente dedicato alla nuova evangelizzazione, in cui i laici avranno un posto assolutamente di primo piano. È quanto sottolineano i vescovi della Corea del Sud nelle diverse lettere pastorali indirizzate ai fedeli per il 2013. Nell'Anno della fede, dunque, quello dell'impegno per rafforzare l'annuncio evangelico in un Paese in cui la comunità cattolica è in continua espansione -- la Corea del Sud con i suoi cinque milioni di battezzati è con le Filippine, l'India e il Vietnam tra i Paesi asiatici con la più forte presenza di fedeli -- appare come una costante nelle varie diocesi.

A rilevarlo sono gli stessi responsabili della catechesi della Conferenza episcopale, che sottolineano come in particolare i laici si dedicheranno a questo compito «con nuovo ardore, nuovo metodo e nuove espressioni». In tema di fede, infatti, nulla può essere dato per scontato, occorre invece riscoprire continuamente la novità e i contenuti del messaggio cristiano. In questo senso, i presuli affermano che «la Chiesa stessa deve essere prima evangelizzata per poter evangelizzare il mondo». E, dunque, i fedeli devono «rinnovare e confermare se stessi, consolidando la loro fede, per essere testimoni del Vangelo».
Proprio per questo, è spiegato, le diverse diocesi hanno avviato ognuna programmi per approfondire e praticare lo spirito e gli insegnamenti del Catechismo della Chiesa cattolica e dei documenti del concilio Vaticano II, punti essenziali di riferimento nell'Anno della fede. I vescovi suggeriscono anche di rafforzare le “Piccole comunità cristiane” e l'impegno per l'evangelizzazione della società, basandosi sulla cura pastorale della famiglia e della gioventù.
L'arcivescovo di Seoul, Andrew Yeom Soo-jung, nella sua lettera pastorale afferma che il centro del lavoro sarà «la missione della nuova evangelizzazione con attenzione all'Anno della fede». Il presule suggerisce ai fedeli cinque tracce da seguire: la meditazione della Parola di Dio; l'assiduità nella preghiera; lo studio e l'approfondimento degli insegnamenti della Chiesa; la partecipazione comunitaria alla celebrazione della messa; l'esercizio della carità, quale frutto della fede.
Si tratta della linea di un cammino già presente nel libretto inviato a tutte le parrocchie dell'arcidiocesi in occasione dell'apertura dell'Anno della fede. Per il presule, infatti, la crisi nella fede dei cattolici coreani «nasce dalle deboli fondamenta della promozione del messaggio cristiano. Spero e chiedo a tutti voi di rilanciare programmi che, per l'Anno della Fede, promuovano una rinascita del nostro impegno comune». E nel documento, pensato per «rendere più fruttuosa questa grande esperienza dell'Anno della fede», si invitano i parroci e i religiosi a portare avanti «programmi concreti» per una maggiore partecipazione delle comunità agli eventi diocesani. Quella della nuova evangelizzazione, del resto, è un tema che sta particolarmente a cuore al presule nominato lo scorso 10 maggio da Benedetto XVI alla guida dell'arcidiocesi sudcoreana. Nel suo primo intervento pubblico -- illustrando all'agenzia Fides il programma pastorale -- metteva in luce come fosse sua intenzione di «mantenere la Chiesa costantemente focalizzata sulle opere missionarie, incoraggiando, allo stesso tempo, iniziative locali. Gesù, che ha dedicato tutta la sua vita all'evangelizzazione, vuole che tutti noi ci impegniamo attivamente nello sforzo di diffondere la Parola di Dio».
E ha aggiunto: «Mi sforzerò di far rivivere la Chiesa attraverso iniziative di evangelizzazione e, al tempo stesso, sostenendo attivamente il “Movimento di evangelizzazione 2020”, avviato dal cardinale Cheong Jinsuk, che si propone di aumentare la popolazione cattolica in Corea del 20 per cento entro il 2020. Evangelizzando, la Chiesa diventa veramente se stessa, essendo luce, sale e lievito del mondo».
Anche l'arcivescovo di Gwangju, Hyginus Kim Hee-joong, nella sua lettera pastorale invita i fedeli a vivere il 2013 nel segno della nuova evangelizzazione attraverso il motto «La Chiesa: una famiglia che annuncia il Vangelo». La priorità, spiega infatti il presule, sarà data alla cura pastorale e alla missione nei confronti della famiglia.
Tra gli altri messaggi, quello del vescovo di Daejeon, Lazzaro You Heung-sik, il quale sottolinea che la comunità cristiana «deve puntare sui giovani e renderli protagonisti della vita della Chiesa».
In questa linea s'inserisce anche una recente realizzazione della Conferenza episcopale. Si tratta di un video di dieci minuti intitolato «La Chiesa cattolica in Corea». L'opera vuole essere una guida utile soprattutto a quanti incontrano per la prima volta la realtà della Chiesa cattolica.


(©L'Osservatore Romano 14-15 gennaio 2013)

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