martedì 8 gennaio 2013

L'abbraccio tra il Papa e il prefetto della Casa Pontificia (O.R.)

L'abbraccio tra il Papa e il prefetto della Casa Pontificia

«Euntes in mundum... Andate in tutto il mondo, insegnate il vangelo a tutte le genti». Il canto intonato dalla schola, che ripropone il mandato missionario di Gesù agli apostoli così come viene narrato da Marco (16, 15), è riecheggiato tra le navate della basilica di San Pietro al termine della liturgia dell'ordinazione episcopale presieduta da Benedetto XVI, nella mattina di domenica 6 gennaio.
Nella solennità dell'Epifania, all'altare della Confessione, il Papa ha celebrato il lungo e suggestivo rito, durante il quale ha ordinato gli arcivescovi Angelo Vincenzo Zani, segretario della Congregazione per l'Educazione Cattolica; Fortunatus Nwachukwu, nunzio apostolico in Nicaragua; Georg Gänswein, prefetto della Casa Pontificia, suo segretario particolare da dieci anni; e Nicolas Henry Marie Denis Thevenin, nunzio apostolico in Guatemala. Due di loro, il sessantaduenne bresciano e il cinquantaseienne tedesco, continueranno a servire il Pontefice nella Curia romana; gli altri due, il cinquantaduenne nigeriano che è stato capo del Protocollo della Segreteria di Stato, e il cinquantottenne francese incardinato a Genova, saranno invece rappresentanti pontifici in America latina.
Co-ordinanti sono stati i cardinali Tarcisio Bertone, segretario di Stato, e Zenon Grocholewski, prefetto della Congregazione per l'Educazione Cattolica; mentre il cardinale Marc Ouellet, prefetto della Congregazione per i Vescovi, ha presentato i candidati al Papa, che ha poi pronunciato l'omelia nella quale ha descritto la missione del vescovo nella società odierna, paragonandola al cammino intrapreso dai magi d'Oriente.
Con questi di domenica, i vescovi finora ordinati da Joseph Ratzinger sono ventisei, quattro dei quali quando era ancora cardinale.
Dopo le promesse degli eletti e il canto delle litanie dei santi, il Pontefice -- che come nella messa della notte di Natale indossava il fanone, veste liturgica tipicamente papale -- ha imposto le mani sul capo dei quattro sacerdoti inginocchiati davanti a lui e ha recitato la preghiera di ordinazione.
L'unzione crismale e la consegna del libro dei Vangeli e delle insegne -- anello, mitra e pastorale -- hanno preceduto l'abbraccio di pace, al termine del quale i quattro sono entrati a far parte del collegio episcopale e hanno concelebrato l'Eucaristia con il Papa e i due cardinali co-ordinanti.
Particolarmente commosso e fraterno -- immortalato da una raffica di scatti dei fotografi -- l'abbraccio tra Benedetto XVI e il suo segretario particolare. Gesto che si è poi ripetuto anche con i porporati presenti al rito (una quarantina, tra i quali il decano del Collegio, Sodano), con gli arcivescovi Becciu, sostituto della Segreteria di Stato, e Mamberti, segretario per i rapporti con gli Stati, e con alcuni vescovi legati agli ordinandi da particolari vincoli di amicizia.
Numerosi i presuli e prelati della Curia romana intervenuti insieme con alcuni confratelli delle diocesi di origine dei nuovi vescovi. Con il corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede erano -- oltre al sostituto e al segretario per i Rapporti con gli Stati -- i monsignori Wells, assessore, Balestrero, sotto-segretario per i Rapporti con gli Stati, e Bettencourt, capo del Protocollo.
In posti riservati erano l'arcivescovo elemosiniere Pozzo, i monsignori Georg Ratzinger, fratello del Pontefice, Sapienza, reggente della Prefettura della Casa Pontificia, e Xuereb, della segretaria particolare del Papa, con il medico personale Polisca.
Tra le autorità politiche, il presidente del Consiglio italiano Mario Monti, con la consorte Elsa, e i ministri Andrea Riccardi e Lorenzo Ornaghi. Presenti anche i familiari dei quattro ordinati, tra i quali tre fratelli dell'arcivescovo Gänswein, Helmut, Ursula e Reinhard, e numerose personalità, tra cui il direttore del nostro giornale.
Il rito, diretto da monsignor Marini, maestro delle celebrazioni liturgiche del Sommo Pontefice, è stato allietato dai canti della Cappella Sistina, diretta dal maestro Palombella, accompagnata dal Coro della cattedrale di Dublino.
Nella parte iniziale della messa è stato dato il tradizionale annuncio del giorno di Pasqua, che quest'anno sarà 31 marzo, e delle altre ricorrenze liturgiche legate alla solennità della risurrezione di Cristo: la Quaresima inizierà il 13 febbraio, mercoledì delle Ceneri; il 9 maggio sarà l'Ascensione, il 13 la Pentecoste e il 30 il Corpus Domini; il 1° dicembre, la prima domenica di Avvento.
Poco dopo mezzogiorno, con un po' di ritardo proprio per il prolungarsi della celebrazione precedente, Benedetto XVI si è affacciato dalla finestra dell'Appartamento privato per la recita dell'Angelus con la grande folla di fedeli che gremiva piazza San Pietro. Oltre alla solennità dell'Epifania il Papa ha ricordato le Chiese orientali, che seguendo il calendario giuliano, festeggiavano il Natale. Particolari saluti ha poi rivolto ai bambini impegnati ad aiutare concretamente i coetanei bisognosi in occasione della Giornata italiana della Santa Infanzia; e all'associazione Famiglie Libere Associate d'Europa, che ha dato vita al corteo storico-folcloristico, ispirato quest'anno alle tradizioni della città di Arezzo. Con l'iniziativa «Viva la Befana», giunta alla ventottesima edizione, da via della Conciliazione a piazza San Pietro hanno sfilato 1.500 figuranti in costume storico, tra i quali musici, sbandieratori e majorettes, con 25 cavalli bardati. Come simbolici doni hanno recato tre calici in argento.
Da ricordare infine che Benedetto XVI nel suo diciassettesimo «cinguettìo» da quando è su Twitter, ha idealmente sintetizzato la propria riflessione spirituale sul significato dell'Epifania in 140 caratteri. «Gli uomini sapienti seguirono la stella -- ha scritto su @Pontifex -- e arrivarono a Gesù, la grande stella che illumina tutta l'umanità».

(©L'Osservatore Romano 7-8 gennaio 2013)

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