sabato 26 gennaio 2013

Il Papa: una mentalità diffusa ostacola i legami ed espone a sofferenze. Il matrimonio uomo-donna non si fonda su un atto di fede (Izzo)


PAPA: UNA MENTALITA' DIFFUSA OSTACOLA LEGAMI E ESPONE A SOFFERENZE

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 26 gen. 

Iniziata in Occidente, sembra estendersi oggi in altre aree del mondo "una crisi della societa' coniugale, con tutto il carico di sofferenza e di disagio che questo comporta anche per i figli". 
Alla base di essa, ha osservato oggi Benedetto XVI nel discorso di apertura dell'anno giudiziario della Rota Romana, c'e' "la cultura contemporanea, contrassegnata da un accentuato soggettivismo e relativismo etico e religioso", che arriva a far dubitare "della capacita' stessa dell'essere umano di legarsi". I giovani, cioe', arrivano a chiedersi "se un legame che duri per tutta la vita sia veramente possibile e corrisponda alla natura dell'uomo, o, piuttosto, non sia, invece, in contrasto con la sua liberta' e con la sua autorealizzazione".
Per il Papa si tratta di "una mentalita' diffusa" che spinge a "pensare che la persona diventi se stessa rimanendo 'autonoma' ed entrando in contatto con l'altro solo mediante relazioni che si possono interrompere in ogni momento". E' questa, ha spiegato oggi il Pontefice, "un'errata comprensione della liberta' e dell'auto realizzazione, che, unita alla fuga davanti alla paziente sopportazione della sofferenza, condanna l'uomo a chiudersi nel suo egoismo ed egocentrismo". 

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PAPA: MATRIMONIO UOMO-DONNA NON SI FONDA SU ATTO DI FEDE


Salvatore Izzo


(AGI) - CdV, 26 gen. 

"Il patto indissolubile tra uomo e donna, non richiede la fede" ma solo "l'intenzione di fare cio' che fa la Chiesa". Lo ha ricordato oggi Benedetto XVI nel discorso con il quale ha aperto l'anno giudiziario della Rota Romana, supremo tribunale ecclesiastico competente sulle nullita' matrimoniali. 
Per il Papa, ovviamente, la volonta' di contrarre un matrimonio indissolubile e aperto alla vita e' solo "una condizione minima necessaria". "Ma - ha aggiunto - e' importante non confondere il problema dell'intenzione con quello della fede personale dei contraenti", in quanto "un atteggiamento dei nubendi che non tenga conto della dimensione soprannaturale nel matrimonio puo' renderlo nullo solo se ne intacca la validita' sul piano naturale".
In proposito, nel suo discorso Papa Ratzinger ha fatto un esempio preciso: "l'ipotesi di rifiuto dell'unione duale che contraddistingue il vincolo matrimoniale, in rapporto con la possibile coesistente esclusione della fedelta'" e dei rapporti sessuali fra i coniugi. 
Un caso evocato, ha tenuto a chiarire ai giudici rotali il Papa teologo, senza voler "suggerire alcun facile automatismo tra carenza di fede e invalidita' dell'unione matrimoniale".
 L'aspetto della fede personale resta pero' centrale nella vita della coppia, cosi' come lo e' "il reciproco affidarsi", che per il Pontefice rappresenta "la base irrinunciabile di qualunque patto o alleanza". "Sul piano teologico -  la relazione tra fede e matrimonio - ha concluso - assume un significato ancora piu' profondo: il vincolo sponsale, infatti, benche' realta' naturale, tra i battezzati e' stato elevato da Cristo alla dignita' di sacramento". 

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