domenica 6 gennaio 2013

Giornata dell'infanzia missionaria. Il Papa ai bambini: portate a tutti l'amore di Dio!


Giornata dell'infanzia missionaria. Il Papa ai bambini: portate a tutti l'amore di Dio!

Si celebra oggi la Giornata dell’infanzia missionaria, dedicata ai bambini che si impegnano per la diffusione del Vangelo e per aiutare concretamente i coetanei che ne hanno più bisogno. Il Papa lo ha ricordato all’Angelus incoraggiando i bambini a portare “a tutti l’amore di Dio”. Il tema della Giornata di quest’anno è: “Con Gesù imparo a credere”. Alessandro Filippelli ne ha parlato con Pablo Sartori, scrittore del mensile comboniano “Il Piccolo Missionario":

R. - Io penso che il tema vada di pari passo con la presenza nel mondo delle giovani generazioni, in quanto essere cristiani comporta questa dimensione di apertura. Nella misura in cui un giovane, un ragazzo, o anche un bambino, apre la propria vita all’esistenza, alla vita, in questo modo impara da Gesù, che si è aperto agli altri, in un atteggiamento di donazione, anche cosa significhi veramente il valore della fede, che è proprio quello di mettersi al servizio degli altri.

D. – Il motto dell'Infanzia Missionaria è “I bambini aiutano i bambini”: quanto è importante questa ricorrenza per far accrescere nei bambini e nei ragazzi il valore della solidarietà come membri attivi della vita della Chiesa e del mondo…

R. – Mi è capitato molte volte, grazie anche alla mia esperienza in Perù, di fare da ponte tra l’esperienza, ad esempio, di questi bambini lavoratori o di altri che vivono in situazioni di disagio, con i bambini e i ragazzi italiani. I ragazzi italiani, grazie alla testimonianza di questi bambini meno fortunati, riescono a capire che anche nelle condizioni più disagiate della vita si possono avere ideali, sogni, e anche mettersi in cammino per realizzarli. In questo senso, credo che lo slogan sia veritiero, sia verissimo: i bambini possono aiutare altri bambini, i ragazzi possono aiutare altri ragazzi, più di quanto possano fare gli adulti, ad esempio.

D. – Come può un bambino dare la sua testimonianza ed essere missionario nella vita di tutti i giorni?

R. - Io credo che un diverso modo di relazionarsi con gli altri è già una prima testimonianza missionaria. Quindi vedere l’altra persona, una persona che magari proviene da un’altra cultura, non come un antagonista o un rivale, ma come un fratello, non solo nella fede ma anche nella vita. Questo atteggiamento di apertura, secondo me, è veramente un atteggiamento cardine dell’atteggiamento missionario. In secondo luogo, direi quello di mettersi all’ascolto della persona e migliorare le proprie relazioni, dando più importanza alle relazioni dell’essere. Noi viviamo in una società dove il consumo, soprattutto in questi giorni, va per la maggiore, quindi penso che avere il tempo per stare con le persone e meno con le cose, stare più con la famiglia, con gli altri, sia un atteggiamento veramente cristiano sul modello di Gesù che ha preferito le persone, sempre. Bisognerebbe accompagnare sempre più questi ragazzi e fa scoprire loro qual è il senso vero di queste celebrazioni perché il rischio è quello di distrarre; i nostri ragazzi sono distratti da tante cose e quindi fanno fatica a capire che il centro del Vangelo di Gesù va da tutt’altra parte. Se, però, i nostri ragazzi sono aiutati da “fratelli maggiori”, dai compagni, dagli amici, che vivono in un certo modo, ma soprattutto dalla famiglia riescono a rompere questo assedio e anche a creare vere alternative per un’esperienza di vita cristiana e di vita di fede abbastanza importante e profonda.

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