venerdì 25 gennaio 2013

Dare risposte all'uomo del mondo digitale. L'arcivescovo Celli alla messa per i giornalisti cattolici (O.R.)

L'arcivescovo Celli alla messa per i giornalisti cattolici

Dare risposte all'uomo del mondo digitale


La Chiesa si fa vicina all'uomo di oggi, immerso nella cultura digitale e alla ricerca di risposte vere di senso. Lo fa anche attraverso i nuovi mezzi di comunicazione sociale, a partire da twitter, come insegna Benedetto XVI. È questo il nucleo della riflessione proposta dall'arcivescovo Claudio Maria Celli, presidente del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali, durante la messa presieduta giovedì mattina, 24 gennaio, nella chiesa romana di Santa Maria in Traspontina. La celebrazione, organizzata dal dicastero nella memoria liturgica di san Francesco di Sales, patrono della stampa cattolica, ha visto la presenza di numerosi operatori dei mass media riuniti proprio nel giorno in cui è stato reso pubblico il messaggio di Benedetto XVI per la Giornata mondiale delle comunicazioni sociali.

La Chiesa, ha detto l'arcivescovo nell'omelia, «non è grande né potente; è una piccola barca, ma è una barca in cui si trova rifugio per non essere oppressi e verso la quale ancora oggi si dirigono i miseri e i poveri». Il presule ha ricordato che, «secondo la storia, san Francesco di Sales faceva pervenire agli uomini e alle donne del suo tempo, in maniera capillare, dei piccoli biglietti contenenti brevi riflessioni spirituali». E si è chiesto provocatoriamente: «Avendo a disposizione twitter, non avrebbe fatto anche lui come oggi sta facendo Benedetto XVI? Non avrebbe fatto pervenire al cuore degli uomini e delle donne di oggi una scintilla di verità, una pillola di saggezza?».
Commentando poi il testo del Vangelo di Marco, dove si parla della scelta e della chiamata dei discepoli, il presule ha ricordato come una gran folla seguiva Gesù. «Si trattava -- ha detto -- di povera gente, i rifiuti dell'umanità. I potenti invece stavano tramando per farlo morire. È significativo riscoprire che accanto ai rifiuti dell'umanità si avvicinerà proprio colui che, servo di Jahvè, è rifiutato degli uomini. È alle masse che Gesù si rivolge, e queste si avvicinano a Lui». Un atteggiamento, ha aggiunto, che pone interrogativi profondi a quanti sono coinvolti nel servizio della comunicazione.
Insieme con l'arcivescovo Celli hanno concelebrato i monsignori Paul Tighe e Giuseppe Antonio Scotti, rispettivamente segretario e segretario aggiunto del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali, Lucio Adrian Ruiz, capo ufficio del Servizio Internet Vaticano, i gesuiti Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa della Santa Sede, e Andrzej Koprowski, direttore dei programmi della Radio Vaticana, il salesiano Giuseppe Costa, direttore della Libreria Editrice Vaticana, don Mauro Mantovani, decano della facoltà di Scienze delle comunicazioni sociali della Pontificia Università Salesiana, don Walter Insero, diretto dell'ufficio comunicazioni sociali del Vicariato di Roma, con don Marco Ridolfi, collaboratore del medesimo ufficio, padre Ivan Herceg, responsabile dei programmi in sloveno della Radio Vaticana, don Hage Moussa Ramsine e don Ariel Beramendi Justo, officiali del Pontificio Consiglio, don Giuseppe Merola, redattore della Libreria Editrice Vaticana.
Ha animato la liturgia il coro della Radio Vaticana, diretto da suor Beatrice Manaparampil, tra i presenti, Angelo Scelzo, vice direttore della Sala Stampa della Santa Sede per gli accrediti giornalistici, e il direttore del nostro giornale.

(©L'Osservatore Romano 25 gennaio 2013)

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