domenica 20 gennaio 2013

Angelus. Il Papa: i cristiani camminino verso l'unità. No stragi di civili, serve coraggio del dialogo (R.V.)

Su segnalazione di Laura leggiamo:

Angelus. Il Papa: i cristiani camminino verso l'unità. No stragi di civili, serve coraggio del dialogo

La preghiera per l’unità dei cristiani e un appello perché cessino “le stragi di civili inermi nel mondo” sono stati i due temi che hanno interessato la riflessione di Benedetto XVI all’Angelus di questa mattina in Piazza San Pietro. Una riflessione ispirata dal Vangelo della domenica incentrato sull’episodio delle nozze di Cana. Il servizio di Alessandro De Carolis:

L’ottimo vino che Gesù procura agli sposi in difficoltà, durante il loro banchetto a Cana di Galilea, è un segno di “gioia dell’amore”, ma più ancora simbolo del sangue col quale Cristo sigillerà, tre anni più tardi, “il suo patto nuziale” con l’umanità”. Alle persone radunate nel colonnato del Bernini, trapuntato di ombrelli e battuto dalla pioggia, Benedetto XVI ricorda il significato profondo del primo miracolo di Gesù: sua manifestazione al mondo e insieme segno sponsale verso la Chiesa, da Cristo resa – afferma il Papa – “santa e bella”. E tuttavia, santità e bellezza sono ogni volta una conquista:

“Questa sposa, formata da esseri umani, è sempre bisognosa di purificazione. E una delle colpe più gravi che deturpano il volto della Chiesa è quella contro la sua unità visibile, in particolare le storiche divisioni che hanno separato i cristiani e che non sono state ancora del tutto superate.

La Chiesa nel mondo vive, come ogni anno in questo periodo, la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, “un momento – ha sottolineato Benedetto XVI – sempre gradito ai credenti e alle comunità”, perché “risveglia il desiderio e l’impegno spirituale per la piena comunione”. Così è stato, ha ricordato il Pontefice, con la veglia da lui vissuta il 29 dicembre scorso con i giovani della comunità di Taizé. E così sarà, ha proseguito, quando venerdì prossimo, 25 gennaio, presiederà i tradizionali Vespri ecumenici di conclusione della Settimana, nella Basilica di San Paolo:

“Incoraggio tutti a pregare insieme affinché possiamo realizzare ‘Quello che esige il Signore da noi’, come dice quest’anno il tema della Settimana; un tema proposto da alcune comunità cristiane dell’India, che invitano a camminare con decisione verso l’unità visibile tra tutti i cristiani e a superare, come fratelli in Cristo, ogni tipo di ingiusta discriminazione”.

E dal desiderio di una Chiesa finalmente unita, la preghiera del Papa all’Angelus si dilata a tutto il pianeta, per diventare quasi l’abbraccio di un padre in pena per le troppe guerre fratricide e per gli orrori quotidiani che esse provocano:

“Nei diversi conflitti purtroppo in atto, cessino le stragi di civili inermi, abbia fine ogni violenza, e si trovi il coraggio del dialogo e del negoziato”.

Al termine della preghiera mariana, Benedetto XVI ha salutato le persone presenti in sei lingue, oltre all’italiano, invitando tutti a pregare perché i cristiani tornino a essere presto “una cosa sola”. In particolare, in lingua portoghese, il Papa ha invocato la protezione di Maria sulle famiglie affinché, ha detto, in ogni casa cristiana, “rimanga viva la fiamma della fede, dell’amore e dell’armonia”.

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