sabato 8 dicembre 2012

L'illusione dell'autonomia (Salvatore Perrella)

L'illusione dell'autonomia 

di Salvatore Perrella


L'8 dicembre di ogni anno, la Chiesa celebra agli inizi del tempo liturgico dell'Avvento la solennità dell'Immacolata Concezione di Maria; dogma di fede sancito da Pio IX mediante la bolla apostolica Ineffabilis Deus. Il cammino che portò alla definizione pontificia è stato, come sappiamo, lungo e irto di difficoltà specialmente di natura teologica. Infatti la Ineffabilis Deus ha definito il punto più aspro del contenzioso asserendo che la redenzione di Maria è avvenuta nel primo istante della sua concezione come persona. Questa nostra sorella in umanità e nella fede, in vista della persona e del ministero messianico e pasquale del Figlio di Dio e suo, è stata preservata dalla contrazione del peccato originale comune a tutti; peccato trasmesso ma non commesso che per noi viene cancellato col sacramento del Battesimo, che ci ripristina nel codice di santità pensato e voluto ab initio da Dio per l'umanità. Questa verità della fede declina la concretezza, la potenza e la bellezza delle “grandi opere di Dio” (Luca, 1, 49) riconosciute e cantate da Maria stessa nel suo Magnificat (Luca, 1, 46-55). Per noi cattolici un dogma è una realtà importante in quanto mostra alle generazioni credenti sia l'inesauribilità e ricchezza della Rivelazione divina che ha realizzato e continua a realizzare l'historia salutis, sia il cammino nello Spirito di una Comunità di fede, la Chiesa, che scopre e non inventa verità che dicono Dio-Trinità nella nostra storia di viandanti. Il dogma non può essere compreso nel suo valore e nel suo carattere assertivo in relazione alla fides quae se non all'interno di quella sinfonia di elementi insita e causata dallo stesso avvento della Parola di Dio nel tempo: il mistero-epifania del Dio-con-noi 

Il dogma mariano dice chiaramente che il cammino di salvezza di Maria è iniziato in lei sin dal suo affacciarsi alla vita, segnata interamente dalla sola Gratia e dalla corrispondente, seppur asimmetrica, risposta umana e teologale della fede. Non è un caso che in un tempo di “crisi” planetaria che colpisce duramente anche l'adesione ai dogmi di fede proposti dalla Chiesa, Benedetto XVI abbia indetto un Anno della fede mediante il motuproprio Porta fidei. I dogmi della Chiesa sono legati indissolubilmente all'agire libero, sovrano e benefico del Dio trinitario; fatto e significato del fatto che vanno comunicati e resi comprensibili all'uomo e alla donna d'oggi.
In questa difficile e delicata opera di grammatizzazione dottrinale e teologica della fede, Maria di Nazaret è posta ed è proposta nel “dna” del cristianesimo a motivo del suo ruolo di madre, di serva del Signore e di icona protologica ed escatologica della Chiesa, sia coi Simboli della fede che con gli interventi dei Concili, dei Padri, Dottori e scrittori ecclesiastici come pure del magistero dei vescovi di Roma e dei pastori delle altre Chiese locali, sia mediante le celebrazioni liturgiche, sia in virtù delle numerose riflessioni della teologia e dell'azione catechetica e pastorale che si fondano sull'esperienza che nasce dalla fede, venendo ogni giorno incisa indelebilmente nella coscienza ecclesiale.
Ai nostri giorni, comunque -- osserva Michele Giulio Masciarelli -- c'è una sorta «di “dogma” laico, di provenienza illuministica, secondo cui l'uomo risponde solo di quello che intenzionalmente fa. Questo dogma laico è universalmente ubbidito benché sia smentito dai fatti di vita: infatti è vero anche che l'esistenza dell'uomo non passa solo per la sua previdenza attenta, per la sua progettazione avveduta e magari astuta: morte, malattia, disgrazie, rovesci improvvisi, che si presentano come devastanti e irreparabili, ne sono l'inconfutabile conferma. Il cristianesimo, col mistero dell'Immacolata, contesta questo dogma laico ricordando a tutti che non incominciamo da noi e come vogliamo ma iniziamo per volontà di altri, nasciamo non scegliendo né da chi né luoghi e altre modalità d'esistenza. Maria, con questo suo mistero, ricorda non solo ai cristiani, ma a tutti che la vita dell'uomo non passa sempre e solo per il suo libero consenso: a Maria per la sua nascita immacolata non sono stati chiesti né il consenso né la collaborazione». 
Esiste dunque un primato d'azione che non può né essere ignorato né essere depotenziato, in quanto sgorga e rimanda al disegno provvidente di Dio che hanno lo scopo di liberare ogni singola persona dai duri legacci dell'individualismo egocentrico incapace di fare il proprio genuino bene e inadatto a cogliere l'Altro e in lui gli altri; azione e disegno finalizzati, è questa è profonda convinzione della fede, al bene comune e universale. Maria Immacolata porta con sé i valori non transeunti e non negoziabili del Regno di Dio, per cui chi li accoglie, non li corrompe e li promuove nel quotidiano della sua esistenza, potrà sentire la gioia e la fecondità delle Beatitudini.

(©L'Osservatore Romano 8 dicembre 2012)

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