venerdì 14 dicembre 2012

Il Papa: per vincere la crisi serve modello aperto a vita e valori. In politica i tecnicismi portano ad una falsa pace (Izzo)


PAPA: PER VINCERE CRISI SERVE MODELLO APERTO A VITA E VALORI


Salvatore Izzo


(AGI) - CdV, 14 dic.

"Per uscire dall'attuale crisi finanziaria ed economica, che ha per effetto una crescita delle disuguaglianze, sono necessarie persone, gruppi, istituzioni che promuovano la vita". 
Lo afferma Benedetto XVI nel Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace, il cui testo - presentato oggi - sara' consegnato dai nunzi apostolici a tutti i Capi di Stato. Il Papa esorta nel testo a favorire "la creativita' umana per trarre, perfino dalla crisi, un'occasione di discernimento e di un nuovo modello economico". "Quello prevalso negli ultimi decenni - denuncia - postulava la ricerca della massimizzazione del profitto e del consumo".
Tutto questo non va bene perche', spiega alle autorita' del mondo, "il vero e duraturo successo lo si ottiene con il dono di se', delle proprie capacita' intellettuali, della propria intraprendenza, poiche' lo sviluppo economico vivibile, cioe' autenticamente umano, ha bisogno del principio di gratuita' come espressione di fraternita' e della logica del dono". Chi invece esercita l'attivita' economica per il bene comune, secondo il Pontefice "vive il suo impegno come qualcosa che va al di la' del proprio interesse, a beneficio delle generazioni presenti e future. Si trova cosi' a lavorare non solo per se', ma anche per dare agli altri un futuro e un lavoro dignitoso". Papa Ratzinger spinge dunque a rifiutare "un'ottica individualistica ed egoistica, intesa a valutare le persone solo per la loro capacita' di rispondere alle esigenze della competitivita'". "Concretamente - auspica Benedetto XVI - nell'attivita' economica l'operatore di pace si configura come colui che instaura con i collaboratori e i colleghi, con i committenti e gli utenti, rapporti di lealta' e di reciprocita'". 

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PAPA: IN POLITICA I TECNICISMI PORTANO A UNA FALSA PACE

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 14 dic. 

"Il mondo attuale, in particolare quello politico, necessita del supporto di un nuovo pensiero, di una nuova sintesi culturale, per superare tecnicismi ed armonizzare le molteplici tendenze politiche in vista del bene comune". Lo scrive Benedetto XVI nel suo Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace, nel quale ribadisce che "il bene comune considerato come insieme di relazioni interpersonali ed istituzionali positive, a servizio della crescita integrale degli individui e dei gruppi, e' alla base di ogni vera educazione alla pace".
"Occorre - spiega il Pontefice - rinunciare alla falsa pace che promettono gli idoli di questo mondo e ai pericoli che la accompagnano, a quella falsa pace che rende le coscienze sempre piu' insensibili, che porta verso il ripiegamento su se stessi, verso un'esistenza atrofizzata vissuta nell'indifferenza". Per Benedetto XVI, "la pedagogia della pace implica azione, compassione, solidarieta', coraggio e perseveranza". Nel Vangelo "Gesu' incarna l'insieme di questi atteggiamenti nella sua esistenza, fino al dono totale di se', fino a perdere la vita". E "promette ai suoi discepoli che, prima o poi, faranno la straordinaria scoperta di cui abbiamo parlato inizialmente, e cioe' che nel mondo c'e' Dio, il Dio di Gesu', pienamente solidale con gli uomini".
In questo contesto, scrive il Papa nel suo Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace, "vorrei ricordare la preghiera con cui si chiede a Dio di renderci strumenti della sua pace, per portare il suo amore ove e' odio, il suo perdono ove e' offesa, la vera fede ove e' dubbio". "Da parte nostra - invoca dunque Benedetto XVI - insieme al beato Giovanni XXIII, chiediamo a Dio che illumini i responsabili dei popoli, affinche' accanto alla sollecitudine per il giusto benessere dei loro cittadini garantiscano e difendano il prezioso dono della pace; accenda le volonta' di tutti a superare le barriere che dividono, a rafforzare i vincoli della mutua carita', a comprendere gli altri e a perdonare coloro che hanno recato ingiurie, cosi' che in virtu' della sua azione, tutti i popoli della terra si affratellino e fiorisca in essi e sempre regni la desideratissima pace". "Con questa invocazione - conclude il Papa teologo - auspico che tutti possano essere veri operatori e costruttori di pace, in modo che la citta' dell'uomo cresca in fraterna concordia, nella prosperita' e nella pace". 

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