sabato 29 dicembre 2012

Il Papa: La pace può germogliare anche oggi nel mondo (Gagliarducci)


Il Papa: «La pace può germogliare anche oggi nel mondo»

Andrea Gagliarducci

Santo Stefano, primo martire, modello di nuova evangelizzazione. Perché la sua storia «dimostra che la novità dell'annuncio non consiste primariamente nell'uso di metodi o tecniche originali, che certo hanno la loro utilità, ma nell'essere ricolmi di Spirito Santo e lasciarsi guidare da lui». Con queste parole pronunciate durante l'Angelus del giorno di Santo Stefano, Benedetto XVI ha concluso idealmente il suo "trittico natalizio". Ha cominciato la notte di Natale in cui ha chiesto di «aver fretta per le cose di Dio, in un mondo che non gli dà né spazio né tempo». Ha proseguito il giorno di Natale, sottolineando come «la nostra onnipotenza alla rovescia è sconfitta dalla speranza che nasce». E ha terminato indicando nella fede di Santo Stefano, che si è lasciato attirare da Gesù Cristo, un modello per la nuova evangelizzazione. Tre appelli alla fede dell'uomo, che sono appelli per la pace nel mondo. Perché è dalla consapevolezza di un Dio che si fa uomo che sperimentiamo il volto di Dio, e che possiamo sperimentare la verità. E la verità porta alla giustizia e alla pace.
Ha detto il Papa nel giorno di Natale: «Sì, c'è una terra buona, una terra sana, libera da ogni egoismo e da ogni chiusura. C'è nel mondo una terra che Dio ha preparato per venire ad abitare in mezzo a noi. Una dimora per la sua presenza nel mondo. Questa terra esiste, e anche oggi, nel 2012, da questa terra è germogliata la verità! Perciò c'è speranza nel mondo, una speranza affidabile, anche nei momenti e nelle situazioni più difficili. La verità è germogliata portando amore, giustizia e pace».
Nel tradizionale messaggio urbi et orbi del giorno di Natale, il Papa è partito da questo presupposto, e poi ha pregato per la pace nel mondo. «La pace - ha detto il Papa - germogli per la popolazione siriana, profondamente ferita e divisa da un conflitto che non risparmia neanche gli inermi e miete vittime innocenti». Per la Siria, il Papa chiede anche una soluzione politica al conflitto». Per la Palestina, il Pontefice prega che «il Redentore doni a israeliani e palestinesi il coraggio di porre fine a troppi anni di lotte e di divisioni, e di intraprendere con decisione il cammino del negoziato».
Il Papa ha pregato per i Paesi del Nordafrica, e in particolare per l'Egitto - dove è stata da poco approvata la nuova costituzione, basata sulla legge islamica della shari'a - chiedendo che «i cittadini costruiscano insieme società basate sulla giustizia, il rispetto della libertà e della dignità di ogni persona». E poi, uno sguardo all'Asia, chiedendo al «re della Pace» di rivolgere «il suo sguardo ai nuovi dirigenti della Repubblica popolare cinese per l'alto compito che li attende», auspicando che il nuovo governo della Cina «valorizzi l'apporto delle religioni, nel rispetto di ciascuna, così che queste possano contribuire alla costruzione di una società solidale, a beneficio di quel nobile popolo e del mondo intero». Infine un pensiero per il Mali (vessato da una guerra separatista, che la Chiesa locale non ha esitato a definire «guerra di corrotti») e per la Nigeria (dove gli attentati contro i cristiani sono ormai cronaca comune), per la Repubblica Democratica del Congo e per il Kenya (continuamente colpiti a attentati). Il Papa ha infine pregato per fedeli dell'America Latina, chiedendo che Gesù Bambino «accresca le loro virtù umane e cristiane, sostenga quanti sono costretti ad emigrare dalle loro famiglie e dalla loro terra, rafforzi i governanti nell'impegno per lo sviluppo e nella lotta alla criminalità».
In fondo, dove Dio viene negato - ha detto Benedetto XVI nella notte di Natale - ci sono le guerre, la violenza. «Se la luce di Dio si spegne - dice il Papa - si spegne anche la divinità dell'uomo». Una luce che si è spenta a volte, la religione si è «opposta alla sua stessa natura». Il Papa non lo nega. Sottolinea che a volte «il monoteismo è servito di pretesto per l'intolleranza e la violenza» Chiede, il Papa, di fare spazio a Dio, «affinché in questo modo possiamo riconoscerlo anche in coloro mediante i quali si rivolge a noi: nei bambini, nei sofferenti e negli abbandonati, negli emarginati e nei poveri di questo mondo».

© Copyright La Sicilia, 27 dicembre 2012

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