sabato 29 dicembre 2012

I nuovi poveri bussano alla porta del Papa. A colloquio con l'arcivescovo Guido Pozzo, elemosiniere di Sua Santità (O.R.)



A colloquio con l'arcivescovo Guido Pozzo, elemosiniere di Sua Santità

I nuovi poveri bussano alla porta del Papa

di Nicola Gori

Con 7.000 richieste di aiuto economico e circa 900.000 euro elargiti nel 2011, l'Elemosineria Apostolica si conferma la «mano» del Pontefice per la carità ai poveri. Tanto più di fronte al perdurare della crisi economica, che rende ancor più urgente e preziosa la sua operosità. L'attività dell'Elemosineria si concentra principalmente nella diocesi di Roma, ma il suo respiro è universale, perché raggiunge anche altri Paesi, in particolare, quelli dell'Europa dell'est e del Medio Oriente. A ricevere aiuto sono non soltanto singoli fedeli ma anche associazioni e istituzioni caritative attive nei più vari ambiti. Ce ne parla, in questa intervista al nostro giornale, l'arcivescovo Guido Pozzo, dal 3 novembre scorso Elemosiniere di Sua Santità dopo essere stato per più di tre anni segretario della Pontificia Commissione Ecclesia Dei.

L'uso di provvedere alle necessità dei più poveri con opere di carità risale all'antichità cristiana. In che modo l'Elemosineria Apostolica realizza oggi questa missione?

L'attività principale dell'Elemosineria Apostolica è appunto esercitare l'elemosina, o meglio, la carità a nome e per conto del Papa. L'incombenza primaria è quindi quella di compiere quotidianamente e con discrezione tale esercizio. Le domande disegnano un quadro abbastanza complesso e variegato delle povertà che purtroppo in questi ultimi tempi cominciano ad affliggere anche zone e categorie di persone che finora godevano di un certo benessere economico. Le indigenze e miserie raccontate riguardano però la persona nella sua totalità, e non solo sotto il profilo strettamente finanziario. Le richieste di aiuto devono essere accompagnate da una attestazione dei parroci e a loro, in quanto garanti, viene trasmesso l'aiuto economico da devolvere alle persone interessate. È importante infatti che il gesto generoso del Pontefice sia inserito e integrato nella solidarietà della Chiesa locale e della comunità cristiana parrocchiale. Le elargizioni sono di entità modesta, proprio perché si vuole estendere al maggior numero di persone il sostegno di aiuto.

A causa della crisi economica, sono sempre di più le persone che bussano alle istituzioni caritative. Chi sono in particolare quelle che si rivolgono a voi e da quali zone o Paesi provengono?

Le richieste provengono in maggioranza da ogni parte d'Italia -- in prevalenza dalla città di Roma, che è la diocesi del Papa -- nonché da altri Paesi e continenti, in particolare i Paesi dell'Europa dell'est, i territori di missione, il Medio Oriente. Le domande giungono sia da singole persone che da nuclei familiari. La sollecitudine e la vicinanza del Papa verso i bisognosi tramite l'Elemosineria ha raggiunto anche una cinquantina di associazioni e istituzioni caritative, che si occupano di alleviare le sofferenze e le indigenze di diverse categorie di persone in difficoltà, come rifugiati politici, carcerati, persone senza fissa dimora e studenti stranieri universitari, infermi ricoverati in ospedale, madri nubili, bambini orfani o abbandonati. Infine, non manca una particolare attenzione per le comunità claustrali femminili che si trovano prive di mezzi sufficienti di sostentamento.

Il tempo di Natale è un'occasione per riscoprire la solidarietà, ma soprattutto per celebrare la nascita del Salvatore che ha voluto farsi bambino e nascere in una condizione di totale povertà. Di fronte alla società di oggi che sembra avere altri punti di riferimento, come è possibile riscoprire e riproporre i valori fondamentali iscritti nel mistero della Natività?

La società consumistica e secolarizzata di oggi è una società in profonda crisi, non solo a motivo delle gravi difficoltà economiche, finanziarie e sociali, che mettono in crisi le possibilità stesse delle risorse delle famiglie per i consumi, ma anche a causa dell'ideologia che ne sta alla radice: l'illusione che l'idea del progresso economico e tecnico possa costituire il fattore determinante della felicità e del futuro della storia. Certamente non è sufficiente trovarsi nella crisi per riscoprire la verità del sacro e l'identità della vera religione. La Chiesa è però chiamata in questa situazione a far ritrovare la profondità e l'essenza della fede cristiana, contro ogni illusione di falso misticismo e di ingannevole spiritualismo, incline a mettere tutte le religioni più o meno allo stesso livello, e che potrebbero rappresentare oggi una via di fuga per tante persone che vivono una situazione di precarietà, non solo economica, ma anche morale e spirituale. Il tempo di Natale diventa allora un'occasione propizia perché, di fronte al suo travisamento consumistico, la comunità cristiana testimoni e manifesti l'insufficienza di una semplice disposizione d'animo, dei soli buoni sentimenti, e recuperi quel saldo e robusto nutrimento dello spirito che viene dalla Parola di Dio incarnata e dalla sapiente dottrina della Chiesa unita ad una testimonianza coraggiosa di carità e di amore fraterno specialmente verso i più bisognosi. Nel mistero del Natale veniamo a sapere che il Signore ha scelto di nascere in una condizione di povertà, non già perché la povertà sia una condizione ottimale, e tanto meno per una scelta di classe, ma perché così possiamo riconoscere che la vera ricchezza è l'amore di Dio, un amore gratuito che raggiunge qualunque situazione dell'uomo sulla terra. Se la coscienza dell'uomo viene ricondotta a confrontarsi con il nucleo profondo dell'esperienza cristiana dell'incontro con Cristo, e mediante Cristo con il mistero di Dio, allora saranno conseguenti anche la riscoperta e il gusto per i valori fondamentali rappresentati dalla celebrazione della domenica come giorno del Signore.

L'Elemosineria Apostolica è conosciuta al grande pubblico per il rilascio delle pergamene con la benedizione papale. Qual è il significato di questa tradizione?

È stato Leone XIII a dare all'Elemosiniere -- che fa parte della Famiglia Pontificia -- la facoltà di concedere la benedizione apostolica, mediante particolari rescritti e diplomi su carta pergamena in occasione di momenti particolarmente significativi e importanti per la vita di fede e sacramentale di singoli fedeli e di comunità e istituti ecclesiastici. Attualmente la diffusione delle pergamene ha luogo attraverso l'attività dell'apposito ufficio, che si avvale, oltre che del personale interno, anche della collaborazione di diciassette calligrafi esterni per la scrittura dei diplomi. Inoltre sono coinvolti anche una settantina di enti per la concessione del rescritto, regolati da una precisa convenzione e comprendenti negozi di articoli religiosi, librerie cattoliche, istituti religiosi, monasteri di clausura. Nel 2011 sono state chieste direttamente all'Elemosineria Apostolica circa 120.000 pergamene, mentre il numero dei diplomi presentati alla firma dell'Elemosiniere da parte degli enti convenzionati si è assestato lo scorso anno sulla cifra di 108.000. Con la somma ricavata dalle offerte ricevute e dal contributo richiesto agli enti convenzionati, si è potuto coprire totalmente l'importo delle elargizioni compiute durante l'intero anno 2011.

In questo Anno della fede, come può contribuire l'Elemosineria alla nuova evangelizzazione?

Benedetto XVI nel messaggio per la Quaresima del 2011 scrisse: «La pratica dell'elemosina è un richiamo al primato di Dio e all'attenzione verso l'altro, per riscoprire il nostro Padre buono e ricevere la sua misericordia». Anche attraverso la pratica dell'elemosina annunciamo agli uomini la verità di un Dio che è Padre misericordioso e che vuole la salvezza di tutti gli uomini, perché tutti possano raggiungere la verità e l'amore di Dio. Tramite il sostegno materiale, che ha il valore soprattutto di segno che rinvia alla necessità di un sostegno più profondo e che proviene dall'alto, l'Elemosineria intende anche rispondere a un bisogno più profondo, che emerge dalle richieste materiali, e cioè il bisogno di un nutrimento per lo spirito, che solo dalla grazia di Dio può essere soddisfatto e adempiuto pienamente.


(©L'Osservatore Romano 29 dicembre 2012)

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