domenica 30 dicembre 2012

I custodi della vita. All'Angelus di oggi in piazza san Pietro una riflessione sulla famiglia e sul compito educativo dei genitori (Sir)


Su segnalazione di Laura leggiamo:

I custodi della vita

All'Angelus di oggi in piazza san Pietro una riflessione sulla famiglia e sul compito educativo dei genitori

Benedetto XVI, introducendo stamattina l’Angelus da piazza San Pietro, in occasione della festa della Santa Famiglia di Nazaret, ha invitato a rivolgere al Signore una “speciale preghiera” per “tutte le famiglie del mondo”.

La vera casa. “Nella liturgia il brano del Vangelo di Luca ci presenta la Vergine Maria e san Giuseppe che, fedeli alla tradizione, salgono a Gerusalemme per la Pasqua insieme con Gesù dodicenne”, ha ricordato il Papa. La prima volta in cui Gesù era entrato nel Tempio del Signore “era stata quaranta giorni dopo la sua nascita, quando i suoi genitori avevano offerto per lui ‘una coppia di tortore o di giovani colombi’, cioè il sacrificio dei poveri”. Infatti, ha osservato il Pontefice, “Luca, il cui intero Vangelo è pervaso da una teologia dei poveri e della povertà, fa capire … che la famiglia di Gesù era annoverata tra i poveri di Israele; ci fa capire che proprio tra loro poteva maturare l’adempimento della promessa”. Gesù “oggi è di nuovo nel Tempio, ma questa volta ha un ruolo differente, che lo coinvolge in prima persona. Egli compie, con Maria e Giuseppe, il pellegrinaggio a Gerusalemme secondo quanto prescrive la Legge, anche se non aveva ancora compiuto il tredicesimo anno di età: un segno della profonda religiosità della Santa Famiglia. Quando, però, i suoi genitori ripartono per Nazaret, avviene qualcosa di inaspettato: Egli, senza dire nulla, rimane nella Città”. Per tre giorni “Maria e Giuseppe lo cercano e lo ritrovano nel Tempio, a colloquio con i maestri della Legge; e quando gli chiedono spiegazioni, Gesù risponde che non devono meravigliarsi, perché quello è il suo posto, quella è la sua casa, presso il Padre, che è Dio”. A questo proposito il Santo Padre ha ricordato un’omelia di Origene sul Vangelo di Luca: “Egli professa di essere nel tempio di suo Padre, quel Padre che ha rivelato a noi e del quale ha detto di essere Figlio”.

Dono di Dio. “La preoccupazione di Maria e Giuseppe per Gesù – ha spiegato Benedetto XVI - è la stessa di ogni genitore che educa un figlio, lo introduce alla vita e alla comprensione della realtà”. Oggi pertanto è “doverosa una speciale preghiera al Signore per tutte le famiglie del mondo. Imitando la santa Famiglia di Nazaret, i genitori si preoccupino seriamente della crescita e dell’educazione dei propri figli, perché maturino come uomini responsabili e onesti cittadini, senza dimenticare mai che la fede è un dono prezioso da alimentare nei propri figli anche con l’esempio personale”. Nello stesso tempo “preghiamo perché ogni bambino venga accolto come dono di Dio, sia sostenuto dall’amore del padre e della madre, per poter crescere come il Signore Gesù ‘in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini’. L’amore, la fedeltà e la dedizione di Maria e Giuseppe siano di esempio per tutti gli sposi cristiani, che non sono gli amici o i padroni della vita dei loro figli, ma i custodi di questo dono incomparabile di Dio”. Di qui l’auspicio: “Il silenzio di Giuseppe, uomo giusto, e l’esempio di Maria, che custodiva ogni cosa nel suo cuore, ci facciano entrare nel mistero pieno di fede e di umanità della Santa Famiglia”. Il Papa ha, quindi, augurato “a tutte le famiglie cristiane di vivere alla presenza di Dio con lo stesso amore e con la stessa gioia della famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe”.

Speranza per l’umanità. Anche nei saluti in varie lingue il Pontefice ha posto l’accento sulla Santa Famiglia, che “Dio ha dato all’umanità – ha affermato in francese – come modello dei valori umani e familiari. Il Figlio di Dio ha voluto nascere in una famiglia e ha dato così a questa il suo nobile significato e il suo ruolo insostituibile per l’individuo e per la società. La famiglia è il luogo naturale di sviluppo del bambino. È il terreno primo e indispensabile dove si radica e si costruisce la persona e i suoi legami umani”. In spagnolo un saluto da Roma il Santo Padre lo ha fatto giungere anche “ai numerosi partecipanti all’Eucaristia che si celebra a Madrid nella Festa della Santa Famiglia. Che Gesù, Maria e Giuseppe siano un esempio della fede che fa brillare l’amore e rinforza la vita delle famiglie. Per loro intercessione, chiediamo che la famiglia continui a essere un dono prezioso per ciascuno dei suoi membri e una speranza solida per tutta l’umanità. E che la gioia di condividere la vita sotto la protezione di Dio, che impariamo da bambini dalle labbra dei nostri genitori, ci sproni a rendere il mondo una vera casa, un luogo di armonia, solidarietà e rispetto reciproco”. Con questo proposito, ha aggiunto, “rivolgiamoci a Maria, nostra Madre del cielo, affinché accompagni le famiglie nella loro vocazione a essere una vera forma di Chiesa domestica e cellula originaria della società”. In polacco ha detto: “Auguro che le vostre famiglie siano penetrate dalla presenza di Dio, ricolme di amore e fiducia e caratterizzate da reciproco rispetto e comprensione. La Santa Famiglia vi aiuti a superare le difficoltà della vita”. “A tutti auguro una buona domenica e una fine d’anno nella luce e nella pace del Signore”, ha concluso in italiano.

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