lunedì 3 dicembre 2012

Card. Sarah: sulla caritas il Papa colma una lacuna del Codice di Diritto Canonico (Izzo)

PAPA: CARDINALE SARAH, SU CARITAS COLMA LACUNE DIRITTO CANONICO

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 30 nov.

Con il motu proprio pubblicato sabato riguardo alle responsabilita' dei vescovi sulle attivita' caritative della Chiesa, Benedetto XVI ha colmato una lacuna del Codice di Diritto Canonico. 
Lo scrive sull'Osservatore Romano il cardinale Robert Sarah, presidente del Pontificio Consiglio Cor Unum, che vede incrementate le sue competenze sul settore. 
"Le origini ideali del documento - spiega il cardinale guineiano - si devono cercare nella prima enciclica di Benedetto XVI, nella quale egli osservava che il Codex iuris canonici non enuclea in dettaglio la responsabilita' del vescovo nell'esercizio del servizio della carita'. Tale lacuna viene oggi colmata con la presente legislazione, che contempla tre grandi soggetti dell'attivita' caritativa e ne esplicita diritti e doveri: il vescovo, i fedeli e gli organismi di carita', che sono espressione di quell' organizzazione che e' presupposto per un servizio comunitario ordinato"
"Rafforzamento del ruolo dei vescovi nell'organizzare le attività caritative e trasparenza nell'utilizzo del denaro raccolto:  sono - riassume da parte sua l'Osservatore - alcune delle linee operative contenute nel motu proprio sul servizio della carita'.
Dopo aver riaffermato che "il servizio della carita' e' una dimensione costitutiva della Chiesa ed e' espressione irrinunciabile della sua stessa essenza, il documento - sottolinea il quotidiano vaticano - ribadisce che i vescovi, come successori degli apostoli, hanno 'la prima responsabilità della realizzazione del servizio della carita''. E in quanto tali, devono manifestare un impegno concreto e un'attenzione particolare alla promozione di tale servizio a livello diocesano e parrocchiale, garantendo la comunione e il dialogo tra i diversi organismi caritativi ma anche vigilando per 'impedire che vengano pubblicizzate iniziative che, pur presentandosi con finalita' di carita', proponessero scelte o metodi contrari all'insegnamento della Chiesa'".
Secondo l'Osservatore, con il motu proprio, ai presuli viene affidato dal Papa "anche il compito di formare quanti lavorano nell'ambito della carità della Chiesa, con l'obiettivo di educare tutti i membri della comunita' al valore della testimonianza di sobrieta' cristiana". 

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