martedì 25 dicembre 2012

Benedetto XVI lancia ancora un accorato appello per la pace (Ansa)


Papa: basta violenza in nome di Dio

Messa di Natale in S.Pietro. 'Pace per israeliani e palestinesi'. Prega per Libano, Siria, Iraq

CITTA' DEL VATICANO 

Nella messa della notte di Natale, momento tra i piu' solenni e suggestivi per la vita della Chiesa, Benedetto XVI lancia ancora un accorato appello per la pace e per la fine di ogni violenza in nome della religione. ''Le spade siano forgiate in falci'', ''al posto degli armamenti per la guerra subentrino aiuti per i sofferenti'', e' stata la sua invocazione. 
''Illumina le persone che credono di dover esercitare violenza nel tuo nome, affinche' imparino a capire l'assurdita' della violenza e a riconoscere il tuo vero volto'', e' stata la sua preghiera al Signore che ''e' la nostra pace e ha annunciato la pace ai lontani e ai vicini''. Il Papa, nell'omelia della messa da lui presieduta nella Basilica vaticana, pensando ai conflitti che insanguinano il Medio Oriente, ha voluto ricordare la situazione attuale della citta' di Betlemme e di ''tutti i luoghi in cui il Signore ha vissuto, operato e sofferto''. ''Preghiamo in quest'ora - ha detto - per le persone che oggi li' vivono e soffrono. Preghiamo perche' li' ci sia pace''. 
''Preghiamo - ha insistito - perche' Israeliani e Palestinesi possano sviluppare la loro vita nella pace dell'unico Dio e nella liberta'''. La preghiera di pace del Pontefice ha riguardato anche ''i Paesi circostanti'', in particolare ''il Libano, la Siria, l'Iraq''. E quindi il fatto ''che i cristiani in quei Paesi dove la nostra fede ha avuto origine possano conservare la loro dimora; che cristiani e musulmani costruiscano insieme i loro Paesi nella pace di Dio''. Ratzinger ha inoltre confutato le ''diffuse correnti di pensiero'' che oggi asseriscono che ''le religioni, in particolare il monoteismo, sarebbero la causa della violenza e delle guerre nel mondo'', e che quindi ''occorrerebbe prima liberare l'umanita' dalle religioni, affinche' si crei poi la pace''. 
''Dove non si da' gloria a Dio, dove Egli viene dimenticato o addirittura negato, non c'a' neppure pace'', ha invece affermato. E il suo pensiero, ricordando Maria e Giuseppe che a Betlemme non trovarono posto nell'alloggio e finirono nella stalla, e' andato anche ai profughi e ai migranti che bussano alle porte dell'Occidente. Quando vengono respinti, ha chiesto, ''non e' forse proprio Dio stesso ad essere respinto da noi?''. ''Siamo completamente 'riempiti' di noi stessi - ha aggiunto -, cosi' che non rimane alcuno spazio per Dio''. E per questo, ha concluso, ''non c'e' neppure spazio per gli altri, per i bambini, per i poveri, per gli stranieri''.

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