venerdì 23 novembre 2012

Protezione, giustizia e lavoro per la gente del mare. Benedetto XVI ai partecipanti al congresso mondiale sull’apostolato per i marittimi (O.R.)


Benedetto XVI ai partecipanti al congresso mondiale sull’apostolato per i marittimi

Protezione, giustizia e lavoro per la gente del mare

Un popolo vulnerabile, esposto non solo a minacce criminali, ma costretto a subire pesanti restrizioni alla propria libertà personale,  ad affrontare situazioni di gravi ingiustizie e a doversi confrontare con i morsi di una crisi che si rivela di incalcolabili proporzioni. 
Il Papa parla della gente del mare e, rivolgendosi ai partecipanti al congresso mondiale dell’apostolato tra i marittimi,  esprime la sua preoccupazione per questo mondo complesso e variegato: milioni di persone coinvolte in un peregrinare continuo e tantissime famiglie che più di altre «devono fronteggiare le difficoltà del presente» e vivere «l’incertezza del futuro». 
Per questo raccomanda di dare seguito alle indicazioni scaturite dallo scambio di esperienze che ha caratterizzato i giorni del congresso appena concluso, testimoniando sul campo la vicinanza della Chiesa.
È il senso del discorso rivolto venerdì mattina, 13 novembre, nell’udienza concessa agli oltre quattrocento operatori dell’apostolato del mare, in rappresentanza di sessantanove Paesi del mondo, riuniti in questi giorni a Roma dal Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti, per riflettere sul tema della nuova evangelizzazione nel mondo marittimo.
Benedetto XVI    ricorda l’importanza del mondo del mare e i suoi significativi risvolti per la diffusione del Vangelo: «Sin dagli albori del cristianesimo — dice — il mondo marittimo è stato veicolo efficace di evangelizzazione». 
E lo è ancora oggi, perchè la Chiesa continua «a solcare i mari» per portare l’annuncio della buona Novella in ogni angolo della terra. Lo fa anche   e soprattutto grazie a quanti si occupano dell’assistenza pastorale alla gente del mare. È a loro che il Papa si rivolge e raccomanda di farsi vicini a quanti  vivono nel e del mare, di condividere con loro disagi e sofferenze, di mostrare il volto di Cristo e quello «premuroso della Chiesa che accoglie». Un  pensiero particolare il Papa riserva poi alle famiglie dei marittimi e chiede di trasformare cappelle e punti di accoglienza allestiti nei diversi porti del mondo in luoghi dove sia possibile per loro «colmare le profonde nostalgie dell’anima» e scoprirsi comunità viva.

(©L'Osservatore Romano 24 novembre 2012)

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