giovedì 22 novembre 2012

"L'infanzia di Gesù" nel commento di Andrea Gagliarducci


Libro del Papa

Maria «nodo» dei Vangeli e dell'infanzia di Gesù

Andrea Gagliarducci

Il Papa smentisce Sant'Agostino. Il Dottore della Chiesa, amatissimo dal Papa che dedicò a lui uno dei primissimi lavori da teologo, fu il primo a dire che Maria aveva fatto un voto di verginità, che il fidanzamento con Giuseppe era "fittizio" per proteggere la fanciulla dagli sguardi della gente, e questo ha favorito anche l'iconografia di Giuseppe come un anziano destinato solo ad accudire Maria e la sua prole divina. Ma per Joseph Ratzinger questo non è credibile, perché è lontanissimo dalla mentalità giudaica del tempo.
È questa una delle questioni che si dipanano nei «Vangeli dell'Infanzia» (Libreria Editrice Vaticana/Rizzoli), terzo e ultimo capitolo del ciclo inaugurato da Benedetto XVI sulla figura di Gesù. Ratzinger definisce il testo una «anticamera» agli altri due volumi. In realtà, quello che ne viene fuori è un quadro teologico anche particolarmente innovativo. Ha ragione don Giuseppe Costa, direttore della Lev, a dire che il libro è «qualcosa di ben più importante» di una «piccola sala d'ingresso».
Certo, è un libro che prende in considerazione i soli due Vangeli che parlano dell'infanzia di Gesù. Il che sta a significare che il messaggio è quello della vita pubblica, che inizia con il battesimo nel Giordano, operato da Giovanni. Di Giovanni si sente solo la presenza quando Ratzinger compara l'annuncio della sua nascita a Zaccaria con l'annuncio a Maria. Eccola, Maria. Non mette alla prova Dio, non ha dubbi. Si chiede come fa ad avere un figlio, perché «non conosce uomo». E qui si inseriscono dei problemi. Il testo americano traduce il passaggio con «non ho marito» e questo cambia tutto. Avere marito riguarda il piano legale, la «conoscenza» riguarda invece il piano fisico. Non è l'unico «infortunio». La traduzione inglese rende con «vita coniugale» ciò che invece nella versione italiana e tedesca è definito «comunione matrimoniale». I concetti sono differenti.
L'edizione italiana ha un problema di fondo: è resa benissimo da Ingrid Stampa, la storica collaboratrice del Papa, ma non ha l'apporto di un italiano (fu Pierluca Azzaro nell'edizione del secondo volume, curata dalla Libreria Editrice Vaticana) che «renda» il linguaggio. È una traduzione fedele, ma troppo «tedesca».
Ratzinger però non si addentra sul tema della verginità di Maria. Spiega che l'esegesi contemporanea non ha risolto il problema. Maria per "motivi a noi non accessibili" non pensa di avere un figlio tramite un rapporto coniugale.
Un discorso tanto ostico che nessuno dei relatori chiamati a presentare il libro (la teologa Maria Clara Lucchetti Bingemer, il cardinal Ravasi, il direttore editoriale di RCS Paolo Mieli) lo affronta.
Ora inizia la fase commerciale, e resta da vedere in che modo le traduzioni abbiano saputo rendere la prosa e la teologia del Papa. Qualche infortunio è già stato riscontrato, e nemmeno troppo lieve. Forse un editore cattolico, meno provvisto dal punto di vista commerciale ma con maggiore cognizione di come curare un libro di teologia, avrebbe potuto avere, sì, qualche refuso, ma avrebbe reso meglio il pensiero del Papa.

© Copyright La Sicilia, 21 novembre 2012

Nessun commento: