venerdì 30 novembre 2012

Il Vaticano accoglie con favore il voto dell'Onu che riconosce la Palestina Stato Osservatore


Il Vaticano accoglie con favore il voto dell'Onu che riconosce la Palestina Stato Osservatore 

Il Vaticano ha accolto con favore la decisione dell’Assemblea Generale dell’Onu di riconoscere la Palestina come “Stato Osservatore non membro”. In un comunicato della Santa Sede si invitano israeliani e palestinesi a riprendere i negoziati e si esorta la comunità internazionale a sostenere il cammino “verso una pace duratura”. Massimiliano Menichetti: 

Una "importante decisione" che "va inquadrata negli sforzi per una soluzione definitiva” delle tensioni tra israeliani e palestinesi. “La pace ha bisogno di decisioni coraggiose!”: così, in sintesi, la nota vaticana saluta “con favore la decisione dell’Assemblea dell’Onu di riconoscere la Palestina come Stato Osservatore non membro”. Ribadito che la votazione manifesta “il sentire della maggioranza della comunità internazionale” ma anche che tale risultato “non costituisce, di per sé, una soluzione sufficiente ai problemi esistenti nella Regione e che ad essi si potrà rispondere adeguatamente solo impegnandosi effettivamente a costruire la pace”. Una pace e una stabilità, si precisa, “nella giustizia e nel rispetto delle legittime aspirazioni, tanto degli Israeliani quanto dei Palestinesi”. Esplicito il riferimento al percorso giuridico avviato, proprio in sede Onu, nel 1947 per favorire la nascita sia dello Stato Israeliano sia Palestinese, quest’ultimo però ancora non costituito. In questo quadro l’appello alla Comunità internazionale ad accrescere l'impegno e sostenere il cammino di pace. Centrale anche l'appello, citato nel comunicato, che Benedetto XVI fece, il 15 maggio 2009, al termine del suo pellegrinaggio in Terra Santa, affinché non ci sia “più spargimento di sangue”, non più scontri! Non più terrorismo! Non più guerra”. E l’esortazione affinché “sia universalmente riconosciuto che lo Stato di Israele ha il diritto di esistere e di godere pace e sicurezza entro confini internazionalmente riconosciuti”. La nota precisa poi l’impegno della Santa Sede che a più riprese, "ha invitato i responsabili dei due Popoli a riprendere i negoziati in buona fede e ad evitare di compiere azioni o di porre condizioni che contraddicano le dichiarazioni di buona volontà e la sincera ricerca di soluzioni che divengano fondamenta sicure di una pace duratura". “L’occasione è propizia”, si conclude, per “ricordare anche la posizione comune che la Santa Sede e l’OLP” hanno espresso nel 2000, “volta a sostenere il riconoscimento di uno statuto speciale internazionalmente garantito per la città di Gerusalemme”.

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