lunedì 26 novembre 2012

Il Papa: far emergere sempre la priorità di Dio e della sua volontà di fronte agli interessi del mondo e alle sue potenze


Papa/ Messa con nuovi cardinali: Preferite Dio a potere del mondo

Oggi a S.Pietro dopo creazione di 6 porporati ieri a Concistoro

Città del Vaticano, 25 nov. (TMNews) 

Il Papa ha esortato i fedeli, e in particolare i sei cardinali creati ieri con un Concistoro, a "far emergere sempre la priorità di Dio e della sua volontà di fronte agli interessi del mondo e alle sue potenze", nel corso di una messa celebrata stamane nella basilica di San Pietro con i nuovi porporati.
I nuovi 'principi della Chiesa' sono tutti non europei e provengono da America, Africa e Asia: James Michael Harvey, 63 anni, statunitense, il patriarca di Antiochia dei Maroniti in Libano, Bechera Boutros Rai, 72 anni, Baselios Cleemis Thottunkal, 53 anni, arcivescovo maggiore di Trivandrum dei Siro-Malankaresi (India), il colombiano Ruben Salazar Gomez, 70 anni, arcivescovo di Bogotà, Luis Antonio Tagle, 55 anni, arcivescovo di Manila (Filippine) e l'arcivescovo nigeriano di Abuja John Olorunfemi Onaiyekan. Harvey ha rivolto oggi un saluto al Papa a nome di tutti i neocardinali.
"A voi, cari e venerati Fratelli Cardinali - penso in particolare a quelli creati ieri - viene affidata questa impegnativa responsabilità: dare testimonianza al regno di Dio, alla verità", ha detto Benedetto XVI nell'omelia. "Ciò significa far emergere sempre la priorità di Dio e della sua volontà di fronte agli interessi del mondo e alle sue potenze. Fatevi imitatori di Gesù, il quale, davanti a Pilato, nella situazione umiliante descritta dal Vangelo, ha manifestato la sua gloria: quella di amare sino all'estremo, donando la propria vita per le persone amate. Questa è la rivelazione del regno di Gesù. E per questo, con un cuore solo ed un'anima sola, preghiamo: 'Adveniat regnum tuum'.
"E' chiaro ha detto il papa - che Gesù non ha nessuna ambizione politica" e sa che il regno di Dio "non si basa sulle armi e sulla violenza". Benedetto XVI ha continuato: "Nel racconto della Passione vediamo come anche i discepoli, pur avendo condiviso la vita con Gesù e ascoltato le sue parole, pensavano ad un regno politico, instaurato anche con l'aiuto della forza. Nel Getsemani, Pietro aveva sfoderato la sua spada e iniziato a combattere, ma Gesù lo aveva fermato. Egli non vuole essere difeso con le armi, ma vuole compiere la volontà del Padre fino in fondo e stabilire il suo regno non con le armi e la violenza, ma con l'apparente debolezza dell'amore che dona la vita".
"Il regno di Dio è un regno completamente diverso da quelli terreni. Ed è per questo - ha proseguito Ratzinger - che davanti ad un uomo indifeso, fragile, umiliato, come è Gesù, un uomo di potere come Pilato rimane sorpreso; sorpreso perché sente parlare di un regno, di servitori". In questo senso, "il potere del vero Messia, potere che non tramonta mai e che non sarà mai distrutto, non è quello dei regni della terra che sorgono e cadono, ma è quello della verità e dell'amore. Con ciò comprendiamo come la regalità annunciata da Gesù nelle parabole e rivelata in modo aperto ed esplicito davanti al Procuratore romano, è la regalità della verità, l'unica che dà a tutte le cose la loro luce e la loro grandezza".

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