martedì 27 novembre 2012

Il card. Béchara Raï: l'appello del Papa per il Medio Oriente una grande iniezione di coraggio


Il card. Béchara Raï: l'appello del Papa per il Medio Oriente una grande iniezione di coraggio 

“La Chiesa incoraggia tutti gli sforzi fatti in vista della pace nel mondo e nel Medio Oriente”: pace che “non sarà efficace se non si basa sull'autentico rispetto l’uno dell’altro”. Con queste parole, Benedetto XVI ha levato ieri, davanti ai nuovi cardinali, un appello per le popolazioni che, dal conflitto israelo-palestinese alla Siria, stanno conoscendo una nuova stagione di instabilità e violenza. A raccogliere l’appello c’era il neo-porporato, il patriarca maronita, Béchara Boutros Raï. Helene Destombes, collega della redazione francese della Radio Vaticana, lo ha intervistato, chiedendogli come i suoi conterranei abbiano accolto la notizia della sua elevazione al cardinalato:

R. – Tous les libanais, vraiment, chrétiens et musulmans…

In realtà, tutti i libanesi, cristiani e musulmani, di tutte le fazioni politiche e di tutte le comunità, tutti hanno letto questo gesto del Santo Padre come un riconoscimento alla Chiesa, ma anche ai libanesi. E tutti hanno compreso di essere stati chiamati, attraverso l’onore del cardinalato, a continuare a dare insieme il loro messaggio di convivenza, ed anche a diffondere l’Esortazione apostolica “La Chiesa nel Medio Oriente – comunione e testimonianza”. Per quanto mi riguarda, con profonda emozione esprimo la mia gratitudine al Santo Padre. Allo stesso tempo, mi sento incoraggiato a continuare la mia missione nonostante tutte le sfide che ci aspettano, in Libano e in Medio Oriente. La forza mi viene non soltanto dalla grazia di Dio, ma anche dal fatto che, come ho già detto, c’è stata una lettura comune, di musulmani e cristiani. E’ per questo che torno in Libano con grande fiducia, dai miei vescovi, dai miei fedeli e dai miei compatrioti, per fare ancora di più la volontà di Dio ed mettere in opera la “tabella di marcia” compresa nell’Esortazione apostolica che il Santo Padre ci ha affidato.

D. – Ricevendo ieri mattina lei e gli altri nuovi cardinali, insieme ai familiari e agli amici, Benedetto XVI ha lanciato un nuovo appello per la pace in Medio Oriente: nel farlo, si è rivolto direttamente a lei, in francese…

R. – C’est vrai. Il a dit ça…

E’ vero. Ha detto così. Noi abbiamo conservato tutti i discorsi e tutte le omelie che egli ha tenuto quando il Santo Padre è venuto in Libano. E’ veramente una tabella di marcia, quella che ci ha indicato, ed è per questo che ogni volta che lo ascoltiamo egli ci infonde coraggio, ci fa capire che non dobbiamo avere paura di fronte alle sfide e alle difficoltà che tutti conoscono. Sì, è vero: stiamo vivendo momenti molto difficili, con i conflitti che sono in corso, l’aumento dell’integralismo, la guerra, il terrorismo, le divisioni politiche… Malgrado tutto questo, però, c’è sempre la fiducia in Dio e nella Chiesa, che deve sempre rimanere messaggera di pace e di stabilità. Questo è quello che il Santo Padre ci ripete sempre. Il mio impegno – assieme a tutti i miei vescovi – è di essere all’altezza delle sue intenzioni.

D. – Quando parla dei conflitti in Medio Oriente, pensa sicuramente alla situazione in Siria, ma anche al conflitto che c’è stato tra i militanti di Hamas e Israele. Immagino che questa situazione vi preoccupi in maniera particolare …

R. – Sûrement. Surtout parce qu’elle a ses retombées chez nous, comme…

Sicuramente, soprattutto perché ha delle ricadute qui da noi, sui cristiani e sulla regione intera. Noi ne siamo parte integrante: è come un sistema di vasi comunicanti. Noi siamo un’entità unica, qui in Medio Oriente, ed è per questo che di tutto quello che accade di brutto, in un Paese qualsiasi, noi subiamo le conseguenze – come pure subiamo le conseguenze del bene che accade. Siamo preoccupati per la Terra Santa, siamo preoccupati per la Siria, per l’Iraq, per l’Egitto, per il Libano perché purtroppo sta aumentando tanto il radicalismo. Noi dobbiamo portare un grande messaggio evangelico, da opporre all’integralismo e al fondamentalismo che stanno aumentando e sono sostenuti un po’ ovunque.

D. – E’ proprio in questo contesto che lei è stato creato cardinale. E’ una responsabilità molto pesante…

R. - C’est vrai. Nous avons fait cette lecture tous ensemble…

E’ vero. Questa è la lettura che abbiamo fatto tutti. Ma questa responsabilità diventa più leggera, meno pesante, nel momento in cui questa è una visione comune di cristiani e musulmani.

© Copyright Radio Vaticana

Nessun commento: